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Marte, ora ci si arriverà in poco più di un mese | Svelato il nuovo motore: servirà il nucleare

Possibile svolta nei viaggi verso Marte (Depositphotos)

Possibile svolta nei viaggi verso Marte (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

I tempi di percorrenza per raggiungere il pianeta rosso potranno essere ridotti? Un nuovo combustibile rende concreta questa possibilità

Il prossimo passo dell’umanità nel campo delle esplorazioni interplanetarie è rappresentato dallo sbarco su Marte, momento cruciale che segnerà indubbiamente una nuova epoca nell’ambito, esattamente come avvenne con l’Allunaggio nel 1969. Tra le agenzie spaziali che sgomitano per raggiungere questo obiettivo anticipando sul tempo i rispettivi avversari, sono molti gli esperti che si sono interrogati sull’eventualità di criticità e rischi nel perseguimento dello stesso.

A partire dall’esposizione, continuativa e per un periodo prolungato, degli astronauti alle particelle cosmiche fortemente radioattive che pervadono l’ambiente marziano. Mentre sulla Terra questo fenomeno viene letteralmente schermato dal campo magnetico, il contatto costante con le medesime particelle sul pianeta rosso potrebbe causare problemi di salute gravi, fino alla possibilità d’insorgenza di tumori.

L’atmosfera marziana risulta totalmente inospitale per gli umani, considerando che la stessa è composta per il 95% circa da anidride carbonica irrespirabile e presenta una forza di gravità possedente appena un terzo dell’attrazione esistente sulla terra. Per non parlare delle temperature, che durante le fasi invernali possono toccare i -140°C.

Le ipotesi ci raccontano di come le prime spedizioni, ovviamente prive di equipaggiamento umano, potranno avvenire già entro il 2030. In base agli effetti che verranno sperimentati, avrà luogo la seconda fase dei viaggi verso Marte, che prevederà il graduale inserimento di astronauti in carne ed ossa, che si stima potranno posare per la prima volta piede sul pianeta rosso entro il 2039.

Rivoluzione in vista nell’ambito dei viaggi interplanetari?

Nel campo delle esplorazioni spaziali potrebbe avvenire un’introduzione davvero rivoluzionaria. Recentemente la General Atomics Electromagnetic Systems ha effettuato test relativi ad un combustibile nucleare, in grado di sopportare le elevatissime temperature di reattori a propulsione termica nucleare. I razzi impiegati nei campi esplorativi vengono alimentati a propulsione chimica e nel corso degli anni si sono indubbiamente dimostrati efficaci ed affidabili nelle missioni, ma allo stesso tempo sono emersi limiti particolarmente importanti, a partire dal fatto che la propulsione chimica rappresenti una scelta estremamente prolifica per i viaggi sulle brevi distanze, ma si dimostri eccessivamente impegnativa per effettuare spedizioni interplanetarie.

Fornendo un esempio concreto, per raggiungere Marte un razzo che sfrutta gli attuali sistemi potrebbe impiegare fino a sette mesi. Ed è per questo che la NTP, ossia la propulsione termonucleare potrebbe davvero farsi strada ed affermarsi come un’alternativa estremamente efficiente, consentendo rapidità nel raggiungimento delle mete prefissate più di ogni altro metodo correntemente esistente. I test della GA-EMS sono stati condotti presso il NASA Marshall Space Flight Center, situato in Alabama; il carburante interessato dall’esperimento è stato esposto ad una temperatura pari a 2.236°C, producendo risultati più che soddisfacenti. La simulazione di un motore nucleare in funzione è stata utile a dimostrare come il combustibile possa resistere anche alle temperature più elevate.

Pianeta Marte (Depositphotos)
Pianeta Marte (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

Il funzionamento della propulsione termonucleare

Come opera questo tipo di propulsione? L’utilizzo si basa su un reattore nucleare che riscalda un propellente, comportandone la trasformazione in gas a temperature elevatissime. La spinta di unità si rivela essere maggiore, comportando un inevitabile aumento nell’efficienza complessiva rispetto alla più tradizionale propulsione chimica. Inoltre, come abbiamo già affermato, i viaggi interplanetari potranno essere percorsi in tempistiche drasticamente ridotte e sarà possibile per i mezzi, siano essi razzi o sonde, trasportare carichi maggiorati, in termini di uomini e macchinari d’equipaggio.

Le agenzie spaziali più influenti del mondo continuano ad investire su questa probabilità, non escludendo la possibilità nell’imminente futuro di riuscire a compiere viaggi interplanetari in poco più di un mese. Come nel caso dell’incarico assegnato a Lockheed Martin da parte di NASA e DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), che hanno congiuntamente richiesto lo sviluppo di un razzo in grado di spingersi fino al suolo marziano in appena 45 giorni. I test in merito proseguiranno, ma la certezza quasi totale su cui il settore aerospaziale può contare è rappresentata proprio dalla propulsione termica nucleare, che consentirà di raggiungere Marte e stabilire colonie sul pianeta sfruttando tempi di percorrenza significativamente ridotti.