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Brillamenti solari, lo studio ha rivelato qualcosa di inquietante | Ora è possibile difendersi: stare in guardia appena si nota questo

Brillamenti della superficie solare (123RF)

Brillamenti della superficie solare (123RF foto) - www.aerospacecue.it

In futuro sarà possibile prevedere i brillamenti solari e le loro conseguenze? Le ultime osservazioni hanno restituito risultati determinanti

I brillamenti solari rappresentano un fenomeno che può verificarsi in determinate specifiche regioni della superficie del Sole. Si tratta di improvvisi aumenti di luminosità, come fossero una sorta di violente esplosioni.

Durante la fase di brillamento, il plasma può toccare temperature che superano addirittura i 10.000.000°C. La loro durata generalmente si concentra nel giro di qualche ora al massimo e sono caratterizzate da un aumento repentino, per l’appunto, della luce, che diminuisce gradualmente negli istanti successivi.

I fenomeni possono essere classificati in base alla loro potenza all’interno di cinque classi rappresentate da una lettera: A, il livello più tenue, B, C, M, di media entità, X, il maggiore. Brillamenti catalogabili nelle prime tre classi si verificano frequentemente ma non comportano un impatto significativo sulla Terra, il livello intermedio rappresentato dalla M può portare al verificarsi di blackout radio sul globo, mentre i brillamenti riferibili alla classe X sono più rari, ma il loro impatto è davvero determinante, arrivando ad innescare tempeste geomagnetiche.

Ma qual è stato il più violento brillamento solare mai registrato nel corso degli ultimi cinquant’anni? L’episodio avvenne oltre due decadi fa, nel 2003 esattamente nel corso del Ciclo Solare 23, considerando anche che i brillamenti maggiormente impattanti hanno luogo nei momenti di picco dell’attività solare. Venne classificato come X35 sulla scala precedentemente indicata.

Il rischio evidenziato dagli esperti

Recentemente un team di ricercatori coordinato dall’eliofisica Emily Mason, della Predictive Sciences Inc. di San Diego, California, è stato capace di individuare una sorta di sfarfallio negli anelli coronali, osservabile mediante l’impiego del NASA Solar Dynamics Observatory. L’identificazione è stata interpretata dagli esperti come una sorta di segnale preventivo, che preannuncerebbe la rischiosa possibilità del verificarsi di quello che viene definito ‘space weather‘.

L’elemento principale su cui si è soffermato l’intero team sono stati proprio gli anelli, posizionati nei pressi di veementi brillamenti solari. E’ stato analizzato come la luminosità degli stessi anelli variasse in modo irregolare nei periodi precedenti all’effettivo brillamento. E’, inoltre, importante sottolineare come gli anelli coronali hanno origine da regioni attive che sono interessate dal verificarsi della riscossione magnetica. Lo studio è stato pubblicato anche sull’Astrophysical Journal Letters e nel medesimo è stato esplicato anche come lo sfarfallio raggiungesse un vero e proprio picco negli istanti immediatamente antecedenti ai brillamenti più forti.

Sole (Pexels)
Sole (Pexels foto) – www.aerospacecue.it

Esistono ulteriori metodi per prevenire eventi avversi?

Emily Mason ha affermato come i risultati rappresentino un elemento a favore davvero importante, in quanto possono implementare la capacità dell’uomo di prevenire l’eventualità del verificarsi di fenomeni avversi nel tempo spaziale, correndo ai ripari con preavviso. A seguito dell’evento, gli esperti hanno tentato di perseguire un modo efficace che garantisse la prevenzione dei brillamenti, ad esempio attraverso l’esame dei campi magnetici solari, ma lo stesso studio ha evidenziato come unicamente la misurazione delle variazioni luminose dei loop sia in grado di fornire previsioni maggiormente precise, con un’accuratezza stimata fino all’80%.

La speranza dell’intera comunità è che si riesca ad attestare un metodo unitario che possa aiutare gli esperti a valutare i rischi e le probabilità legate allo ‘space weather’, in modo da mantenere al sicuro astronauti e veicoli dalle radiazioni comportate dai brillamenti solari.