Trump stuzzica Elon Musk, ma i problemi sono tanti | Per molti sarà un flop: “L’impresa non riuscirà e resterà un sogno”
Le aspirazioni congiunte di Musk e Trump potranno concretamente diventare realtà? Una grossa fetta della platea resta dubbiosa. Quali potrebbero essere le criticità?
Il tycoon sudafricano leader di Tesla e Space X Elon Musk sta assumendo un ruolo sempre più influente anche nell’ambito politico, data la vicinanza e la collaborazione con il neoeletto presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump. Proprio durante la cerimonia d’insediamento di quest’ultimo, il proprietario di X è stato addirittura chiamato a partecipare pronunciandosi in un discorso; al termine dell’espressione Musk si è lasciato andare nel condannabile gesto del saluto romano, capace di sollevare un mastodontico polverone mediatico, finendo sotto gli occhi di tutto il mondo.
Divenuto ufficialmente membro dell’amministrazione Trump, la possibilità concreta è che le mire e le ambizioni del presidente e del miliardario nativo di Pretoria possano definitivamente incrociarsi, dando inizio ad una nuova era in ambito politico, tanto quanto aerospaziale.
Il progetto perseguito da Musk è ormai chiaro da diverso tempo e i miliardi di dollari investiti nel raggiungimento dello stesso sono una prova tangibile della spietata volontà del tycoon di ultimare ogni suo obiettivo. La creazione di un razzo riutilizzabile per conto di Space X è solo l’ultima notizia circolata, la punta dell’iceberg di un progetto che affonda le proprie radici molto lontano.
Elon Musk vuole prendersi Marte e rendere la vita dell’uomo ‘multiplanetaria‘. Lo ha affermato più volte, direttamente lui stesso, annunciando la partenza delle prime astronavi verso il pianeta rosso già tra due anni, che nel caso in cui dovessero produrre gli effetti preannunciati, cominceranno ad essere equipaggiate nel giro di un ulteriore biennio, rendendo possibile all’uomo di sbarcare sul suolo marziano.
L’ambizione di raggiungere Marte
Sono ormai diversi decenni che l’essere umano sta tentando di raggiungere Marte. Le prime sonde inviate verso il pianeta risalgono addirittura agli anni ’60, nel pieno contesto della Guerra Fredda, riguardando direttamente sia gli stessi Stati Uniti, sia i rivali sovietici. Nel corso degli anni sono state numerose le esplorazioni alla volta del territorio marziano, che hanno permesso di raccogliere un quantitativo di dati ed informazioni in costante crescita.
Con l’incremento di sistemi sempre più all’avanguardia per compiere spedizioni spaziali capaci di restituire risvolti fruttuosi in ambito scientifico e aerospaziale, le missioni orbitali e di superficie sono divenute quasi una pratica canonica, accrescendo la volontà dell’uomo di esplorare il pianeta rosso di persona. In questo senso, è stato proprio il neopresidente Donald Trump ad affermare categoricamente che durante il corso del suo mandato gli uomini riusciranno a raggiungere Marte e piantare lì la bandiera statunitense, esattamente come accadde sulla Luna nel 1969 per mano di Neil Armstrong.
Una futura cooperazione tra Space X e NASA?
L’annuncio non ha fatto altro che infiammare l’animo di un già particolarmente entusiasta Elon Musk, come già detto presente in prima fila durante la cerimonia d’insediamento. Negli ultimi mesi lo stesso aveva più volte svelato la messa a punto dell’ambizioso progetto, affermando di disporre già dei mezzi necessari per poter edificare delle vere e proprie città sia sul suolo lunare, sia su quello del pianeta rosso, ma di essere limitati nell’operato da una ‘melassa normativa‘, come definita dallo stesso Musk durante una dichiarazione risalente allo scorso ottobre. Con l’ascesa del miliardario fino ai piani più alti della politica, la collaborazione tra la sua Space X e le agenzie spaziali internazionali più prestigiose, NASA in primis, è un’opzione più che mai percorribile.
Le opinioni contrastanti a riguardo sono più che mai attive, mettendo soprattutto in dubbio la possibilità per gli astronauti di sostentarsi autonomamente per un periodo di tre anni, ossia il lasso di tempo richiesto per raggiungere Marte e tornare successivamente sulla Terra. E’ questo il punto di vista del matematico e divulgatore scientifico Piergiorgio Odifreddi, che ha definito la congiunta aspirazione di Trump e Musk difficilmente realizzabile, interpretandola più come ‘un sogno o una pubblicità‘. La certezza è che nei prossimi anni assisteremo a continui test per conto di Space X, con il beneplacito di Donald Trump, affinché l’ambizioso obiettivo di conquistare il pianeta rosso diventi realtà al più presto possibile.