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Pianeti, gli eventi meteo li distruggeranno | Quando capiremo se possiamo viverci, sarà troppo tardi: non esisteranno più

Pianeti del Sistema Solare (Depositphotos)

Pianeti del Sistema Solare (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

I team di ricerca continuano ad interrogarsi sulla possibilità di vita sugli altri pianeti. I devastanti effetti metereologici ne rendono inabitabile la maggior parte

Il pianeta Terra sta attraversando una fase profondamente delicata, principalmente a causa del cambiamento climatico. Si tratta di un improvviso e drastico mutamento in ambito meteorologico e, appunto, climatico, che deriva da determinate attività direttamente attribuibili alla mano dell’uomo, come la deforestazione e lo sfruttamento dei combustibili fossili per la produzione energetica, tra le principali cause di emissioni inquinanti nell’atmosfera.

La problematica ha comportato, a sua volta, il verificarsi di eventi metereologici estremi che non avevano mai avuto luogo prima d’ora nel nostro pianeta. Nel corso degli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad un progressivo aumento delle temperature, specie per quanto riguarda la stagione estiva. Nell’emisfero boreale è stata registrata la più calda di sempre sulla superficie terrestre, pari a 0,94°C in più rispetto alla media stilata.

Fenomeno analogo a quello che ha riguardato la Siberia, nota nell’immaginario comune per essere una terra di ghiacci fortemente inospitale a causa delle sue temperature, che sono solite scendere ben oltre la soglia degli 0°C. Nel mese di giugno 2020 anche l’immenso territorio facente parte della Federazione Russa ha dovuto fare i conti con gli irreversibili effetti del cambiamento climatico, arrivando a toccare i 38°C, record assoluto per quelle latitudini.

E poi cicloni, uragani, inondazioni ed incendi. Sono tutte prove tangibili di come il surriscaldamento globale influisca in modo negativo sulla Terra, rendendo svariati ecosistemi animali e vegetali luoghi inospitali per le specie stesse, che, se impossibilitate ad emigrare o adattarsi, finiscono per estinguersi. Ma gli eventi climatici estremi non riguardano unicamente il nostro pianeta.

Gli esopianeti e le nane rosse

Il dibattito relativo alla possibilità di stabilire una presenza di forme viventi umane negli altri pianeti del Sistema Solare, a partire da Marte, diviene sempre più continuo ed incessante. Eppure gli esperti hanno tentato più di volte di spiegare le criticità che impediscono tale possibilità, a partire dalla conformazione metereologica e climatica dei luoghi, finora inesplorati. E’ stato recentemente condotto uno studio, guidato da Scott Wolk, appartenente al Center for Astrophysics di Harvard & Smithsonian, al fine di individuare le caratteristiche della vita multicellulare sugli esopianeti che si localizzano nei pressi delle nane rosse. Ma di cosa si tratta? Cominciamo col dire che le nane rosse sono la tipologia di stelle maggiormente diffusa nel nostro Universo. La caratteristica che le rende particolarmente differenti rispetto al Sole è da ricercare nella loro longevità; la stessa che, come ipotizzato da vari studiosi, potrebbe consentire lo sviluppo di forme viventi proprio sugli esopianeti che le stesse circondano. In virtù di questa peculiarità, le nane rosse sono da sempre sotto la lente d’ingrandimento dei team di esperti, soprattutto se inquadrate come potenziali territori di sviluppo di vite.

Questa possibilità è stata tuttavia smontata definitivamente proprio a seguito dello studio sopracitato. A riportarne i risultati è il blog ufficiale della NASA, che prende come riferimento i dati raccolti dall’Osservatorio Chandra X-ray, della stessa agenzia americana, e del Xmm-Newton dell’Agenzia Spaziale Europea. Le osservazioni effettuate con avanzati telescopi hanno messo in evidenza l’emissione costante di radiazioni ad alta energia e di raggi X, che comportano direttamente l’origine di fenomeni metereologici che renderebbero i territori profondamente inospitali per qualsiasi specie vivente conosciuta. Il risultato dello studio è chiaro e dimostra come la possibilità di sostenimento di vite sui pianeti nei pressi delle nane rosse sia totalmente incompatibile con i fenomeni sopracitati.

Nana rossa (Pixabay)
Nana rossa (Pixabay foto) – www.aerospacecue.it

Una speranza concreta

Ma mediante l’effettuazione di nuove comparazioni, il team coordinato dallo stesso Scott Wolk è giunto alla conclusione che le nane rosse potrebbero presentarsi come non del tutto inabitabili. Una speranza è rappresentata dalla stella Wolf 359; gli scienziati hanno spiegato come la possibilità di vita su un pianeta potrebbe essere fornita soltanto da un atmosfera ricca di anidride carbonica e gas serra.

La zona abitabile sulla Wolf 359 corrisponderebbe ad una distanza superiore al 15% di quella che intercorre tra il nostro pianeta ed il Sole. Nel caso in cui la distanza sarebbe stata rappresentata da una percentuale inferiore, la presenza di acqua liquida e conseguentemente di vita non sarebbe possibile, poiché gli effetti meteo e le radiazioni provocati da una vicina stella madre avrebbero sortito conseguenze devastanti sul pianeta.