NASA, non sa più cosa fare | Ora per la caccia agli asteroidi si affida anche agli amatori: italiani primi al mondo
L’agenzia spaziale numero uno al mondo ha riconosciuto un osservatorio italiano come eccellenza internazionale. Ecco perché
La National Aeronautics and Space Administration – nota semplicemente come NASA – figura come una delle principali agenzie spaziali esistenti al mondo. La sua fondazione avvenne nel 1958, resasi necessaria secondo le mire del Governo statunitense per fornire un contrasto concreto al programma aerospaziale dell’Unione Sovietica nell’ambito della Guerra Fredda.
L’agenzia si è resa protagonista di alcuni dei momenti più iconici e rivoluzionari dell’intera storia umana, a partire dallo sbarco del primo uomo sul suolo lunare nel corso della missione Apollo 11. Era il 1969 quando l’astronauta a stelle e strisce Neil Armstrong affisse la bandiera degli States sulla superficie della Luna, inaugurando l’era delle esplorazioni e dei viaggi nello spazio.
Il lavoro svolto dalla NASA prosegue ancora oggi, rappresentando una risorsa fondamentale nell’ambito dell’innovazione in campo aerospaziale e scientifico. I progetti che gli astronauti auspicano di raggiungere entro il prossimo quinquennio sono già perfettamente delineati.
Dall’ambizione di stabilire unità umane permanenti sulla Luna alle missioni su Marte e Giove, fino alla volontà di offrire un aiuto determinante alla Terra per combattere il dilagante fenomeno del cambiamento climatico e del surriscaldamento globale, possibile grazie a satelliti in orbita capaci di monitorare costantemente lo stato ‘di salute’ del pianeta.
L’osservatorio attenzionato dalla NASA
Nel 2023 a Rozzano, periferia sud di Milano, è stato inaugurato un osservatorio astronomico che si è immediatamente contraddistinto per la sua enorme cupola, considerata come la più grande d’Europa. La sua apertura caratteristica viene definita in gergo ‘a petali’ e al suo interno è possibile ammirare lo storico telescopio Merz Dallmeyer, risalente alla seconda metà del XIX secolo, nonché documenti storici inseriti all’interno di un piccolo museo legato alla storia del nostro Paese nell’ambito aerospaziale ed astrofisico.
La struttura è stata premiata da un prestigioso riconoscimento proprio da parte della NASA, in particolare dal Minor Planet Center, divisione dell’International Astronomical Union: si tratta del codice osservatorio D66. A rendere maggiormente chiaro il significato di tale codice è un comunicato pubblicato negli scorsi giorni direttamente dal Comune di Rozzano; l’attestazione individua l’osservatorio tra quelli maggiormente riconosciuti a livello mondiale, specie nell’ambito della ricerca relativa ad asteroidi ed ulteriori corpi del sistema solare.
L’incessante attività di ricerca
Il presidente del Gruppo Astrofili, che coordina la gestione delle attività avvenute all’interno dell’osservatorio, Michele Bini ha espresso come il riconoscimento garantirà la possibilità di lavorare a stretto contatto con istituzioni di ricerca a livello internazionale, rappresentando un determinante passo in avanti per l’intera comunità scientifica locale. Un ringraziamento particolare è stato rivolto al Comune, per i fondi che lo stesso ha investito nell’offerta. L’ambizione del Gruppo Astrofili non sembra di certo propensa ad arrestarsi qui; nel corso dell’anno corrente, infatti, sono già previste oltre un centinaio di attività mirate a divulgare e far scoprire le caratteristiche del Sistema Solare e dei corpi celesti ad una platea sempre più ampia.
Il lavoro del Gruppo si fonda già da svariato tempo sulla ricerca e lo studio dei corpi celesti minori, come affermato nel comunicato pubblicato dal Comune di Rozzano. L’operato degli astrofili ricercatori ha reso possibile avere un quadro maggiormente completo e chiaro riguardo l’aspetto e la composizione, così come degli eventuali rischi d’impatto potenzialmente generabili dai frammenti e dai corpi che orbitano nel nostro sistema direttamente sulla Terra.