Ora sappiamo come ha fatto Plutone a “catturare” Caronte
Caronte, una delle lune di Plutone, si presume essersi formata dallo scontro con il pianeta nano. Ma ciò, può davvero esser stato possibile?
L’universo, ci regala spesso spettacoli meravigliosi, per i quali val la pena rimanere anche col fiato sospeso, e il naso all’insù. Naturalmente, non tutti son visibili a occhio nudo, ma chi riesce a dotarsi (e utilizzare) dei giusti strumenti, può, sicuramente, godere di ciò che il cielo ha da offrire.
A tenerci informati, costantemente, su ciò che avviene nello spazio, sono gli astronomi. Ma anche il solo guardare un’eclissi (lunare o solare, che sia), per questo, il consiglio è di indossare degli occhiali particolari, o l’utilizzo di binocoli, che impediscano agli occhi di subire, magari, ripercussioni non indifferenti.
D’altronde, siamo tutti affascinati da ciò che accade sopra di noi. E proprio perché gli esperti lo sanno, le raccomandazioni (persino quando, ciò che accadrà sarà il solo passaggio ravvicinato di un asteroide) hanno la stessa cadenza, con cui ci informano dei continui movimenti che avvengono nell’universo.
Il quale, appunto, non manca di mostrarci (di continuo) la sua immensità e maestosità. Come, infatti, l’ultimo avvenimento successo con Plutone, il pianeta nano, in ordine di lontananza dal Sole, distante milioni e milioni di anni luce.
La “cattura” di Plutone
Il pianeta nano Plutone possiede ben cinque lune. Di cui, una in particolare (la cui osservazione è stata effettuata da un gruppo di specialisti dell’Università dell’Arizona), si presume essersi formata dall’impatto (o cattura, che dir si voglia) fra Plutone, e questo corpo celeste, a lui vicino.
Questo astro, dalla circonferenza grande la metà di Plutone, ha una grandezza, comunque, insolitamente grande, per essere solo una luna roteante attorno a un altro pianeta. Formatasi, appunto (si ipotizza), dalla collisione (ma senza danni materiali) fra Plutone e Caronte.
La reale distanza fra Plutone Caronte
Caronte è proprio il nome stato affibbiato al su detto corpo celeste. La cui distanza, con il pianeta nano, è di ben 16 volte maggiore al raggio di Plutone. Motivo per cui, gli scienziati dubitano, quindi, fortemente che possa essersi formato dallo scontro fra siffatta luna, e Plutone.
Non a caso, si stanno conducendo svariate e minuziose simulazioni al computer, così da cercare di capire se, attraverso le componenti geologiche, sia di Plutone, che di Caronte, un impatto del genere sia stato possibile. Impatto che, nello specifico, ha preso il nome di “Bacio e Cattura”.