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Viaggi spaziali provati | Ce ne sono due che vanno verso la Luna: il contributo italiano è stato fondamentale

Astronauta in esplorazione (Depositphotos)

Astronauta in esplorazione (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Proseguono le spedizioni verso il suolo lunare. Nel corso dei prossimi anni si potrà assistere a sviluppi mai nemmeno sfiorati prima

La conquista ideologica dello spazio è sempre stata interpretata come un modo per imporre la propria superiorità e il proprio dominio, un’attività per rimarcare la posizione di una potenza mondiale rispetto ad un’altra.

E’ questo il contesto storico che è coinciso con le prime esplorazioni dello spazio da parte degli esseri viventi. Dopo il termine della Seconda Guerra Mondiale l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti d’America hanno dato origine ad un burrascoso scontro a distanza per stabilire, sostanzialmente, chi dovesse ricoprire il ruolo di padrone incontrastato del mondo.

E la corsa allo spazio, con le conseguenti primordiali esplorazioni, ha rappresentato un passo in avanti per l’intera umanità, nonostante lo scopo primario, per quell’epoca, fosse dimostrare al rivale le proprie capacità, competenze ed avanguardia nel campo aerospaziale. Al giorno d’oggi sia il concetto che si cela dietro, sia le modalità di spedizione sono mutate notevolmente.

Il prossimo obiettivo che la NASA sta pianificando di raggiungere – perseguibile entro il prossimo lustro – è Marte. Nonostante le precauzioni e i sistemi per garantire agli astronauti stabilità fisica e mentale nel corso delle spedizioni, gli ambienti spaziali risultano comunque ostili, date le temperature drastiche, l’assenza di gravità e le radiazioni.

Una concreta progressione

Lo scorso 15 gennaio, dal Kennedy Space Center, situato in Florida, il razzo di SpaceX denominato Falcon9 è stato ufficialmente lanciato, con due lander a bordo. Si tratta del Resilience dell’azienda iSpace e del Blue Ghost di Firefly Aerospace, che con il loro atterraggio sulla luna segneranno una colossale svolta nell’ambito dei voli spaziali. Gli stessi sono equipaggiati con attrezzature scientifiche e di rilevamento, che consentiranno di ottenere informazioni maggiormente particolareggiate in merito all’ambiente spaziale e lunare.

Questo lancio rientra nel programma della NASA noto come Artemis, che punta, in termini di obiettivo massimo da raggiungere, alla stabilizzazione di unità umane fisse sul suolo lunare, il cui perseguimento è auspicabile entro il 2030. L’ambizioso progetto si articolerà, nel corso dei tempi a venire, con il lancio di ulteriori lander, portando la pratica del drop-off lunare a divenire una consuetudine nell’ambito delle spedizioni spaziali. Per quanto riguarda i percorsi e le traiettorie dei due lander già lanciati, il Resilience – che durante un precedente test era stato soggetto ad uno schianto sul suolo lunare – sorvolerà l’atmosfera lunare e atterrerà entro il prossimo giugno, mentre il Blue Ghost raggiungerà il satellite in circa 45 giorni, posizionandosi sulla sua stessa traiettoria.

Kennedy Space Center (Depositphotos)
Kennedy Space Center (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

I sistemi in dotazione dei lander

Tra i dispositivi equipaggiati sui lander spiccano indubbiamente il Lunar Magnetotelluric Sounder, in grado di misurare i campi magnetici ed elettrici presenti sul territorio lunare, un trapano che riescie a stabilire la temperatura del sottosuolo e il ricevitore Lunar Gnss Receiver Experiment, creatura dell’Agenzia Spaziale Italiana.

Il Blue Ghost si occuperà di tradurre in immagine la pianura basaltica nota scientificamente come Mare Crisium, nonché le luci del tramonto lunare, mentre Resilience, grazie al rover Tenacious e alla sua telecamera ad alta definizione, sarà in grado di immortalare il Mare Frigoris, territorio localizzato in prossimità del Polo Nord del satellite, che permetterà di mettere in evidenza le interazioni con le aree maggiormente equatoriali dello stesso. E’ Fanpage a riportare la notizia.