Mercurio ADDIO | BepiColombo saluta tutti: ha dato il massimo per l’astronomia
La BepiColombo termina qui il suo viaggio. Grazie a “lei” sono state fatte un sacco di scoperte interessanti, legate a Mercurio.
Quando una missione spaziale termina, è sempre un momento carico di emozione e significato. Che si tratti di una sonda inviata su Marte o di altro, il rientro o la fine di una missione segna la chiusura di un capitolo straordinario nella storia dell’esplorazione.
Le sonde e i rover spesso esauriscono la loro energia o superano i limiti tecnologici per cui erano stati progettati. È il caso di missioni celebri come Opportunity su Marte, che ha inviato dati per 15 anni, molto oltre la sua aspettativa iniziale.
Per le missioni umane, il rientro è un evento ancora più intenso. Gli astronauti tornano sulla Terra con esperienze che cambiano la loro vita, portando con sé campioni, dati scientifici e nuove prospettive.
C’è un aspetto tecnico fondamentale. La chiusura di una missione comporta la conservazione dei dati raccolti e l’analisi di ogni scoperta, per garantire che ciò che abbiamo imparato sia usato per pianificare il futuro.
Un ultimo sguardo a Mercurio
La sonda BepiColombo, frutto della collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e quella Giapponese (JAXA), ha appena completato il suo sesto e ultimo sorvolo ravvicinato di Mercurio, a soli 295 km dalla superficie. Questo flyby, avvenuto l’8 gennaio 2025, è stato cruciale per immettere la sonda sulla traiettoria finale che la porterà in orbita attorno al pianeta entro il 2026. Durante il passaggio, BepiColombo ci ha regalato immagini spettacolari, mostrandoci crateri perennemente in ombra e pianure vulcaniche. Immagini che non solo alimentano la nostra curiosità, ma gettano anche luce su misteri ancora irrisolti del pianeta più vicino al Sole.
Tra i dettagli più affascinanti, spiccano le riprese dei crateri ghiacciati nel polo nord di Mercurio, zone incredibilmente fredde nonostante la vicinanza al Sole. Queste aree, oscurate per millenni, potrebbero contenere tracce di acqua, un fatto sorprendente considerando l’ambiente ostile di Mercurio. È incredibile pensare che un pianeta così vicino alla nostra stella ospiti i luoghi più freddi del Sistema Solare! Questi dettagli rendono ancora più emozionante l’attesa per l’arrivo di BepiColombo in orbita.
Alla scoperta dei misteri mercuriani
Durante il flyby, la sonda ha documentato anche le pianure vulcaniche e il famoso bacino Caloris, un cratere da impatto di ben 1.500 km di diametro. Gli scienziati sospettano che eruzioni vulcaniche abbiano modellato gran parte della superficie del pianeta. Una delle immagini più affascinanti mostra il cratere Fonteyn, giovane e luminoso, con i suoi detriti che brillano rispetto al resto della superficie scura.
Ma perché Mercurio è così poco esplorato? Inviare una sonda lì è incredibilmente complicato. A differenza di quanto si potrebbe pensare, avvicinarsi al Sole richiede di rallentare considerevolmente la velocità orbitale della Terra, il che comporta un consumo enorme di carburante. La sfida non è solo raggiungere il pianeta, ma anche mantenere un equilibrio per studiarlo senza cadere nella gravità solare.