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Pianeti, astronomi super confusi | Prima c’erano ed ora non li vediamo più: che fine hanno fatto?

Immagine di tre pianeti

Immagine di tre pianeti (Depositphotos FOTO) - www.aerospacecue.it

Secondo gli astronomi ci sono dei pianeti che non si vedono più, c’è una super confusione tra gli esperti.

L’astronomia, una delle scienze più antiche praticate dall’umanità, ha sempre avuto un ruolo fondamentale nell’ampliare la nostra comprensione dell’universo. Gli astronomi, attraverso l’osservazione e l’analisi del cielo, hanno permesso di identificare e studiare i pianeti.

L’identificazione dei pianeti riguarda sia all’interno del nostro Sistema Solare sia al di fuori di esso, aprendo nuove frontiere nella conoscenza scientifica. Fin dai tempi antichi, gli esseri umani hanno osservato il cielo notturno, notando la presenza di alcuni “punti luminosi” che si muovevano rispetto alle stelle fisse.

Questi corpi celesti, successivamente identificati come pianeti, sono stati studiati in modo approfondito grazie al lavoro di astronomi come Tolomeo e Copernico. Con l’invenzione del telescopio da parte di Galileo Galilei nel XVII secolo, l’osservazione dei pianeti ha fatto un enorme passo avanti.

Galileo scoprì le lune di Giove, dimostrando che non tutti i corpi celesti orbitano attorno alla Terra, e contribuì a consolidare il modello eliocentrico del Sistema Solare. Con il passare dei secoli, strumenti sempre più sofisticati hanno permesso di scoprire nuovi pianeti.

La scoperta degli esopianeti

Se l’identificazione dei pianeti del Sistema Solare rappresenta un capitolo straordinario della storia dell’astronomia, la scoperta degli esopianeti è senza dubbio una delle conquiste più affascinanti della scienza moderna. Gli esopianeti, ovvero i pianeti che orbitano attorno a stelle diverse dal Sole, sono stati per lungo tempo ipotizzati ma mai osservati direttamente fino alla fine del XX secolo.

Nel 1995, Michel Mayor e Didier Queloz annunciarono la scoperta del primo esopianeta, 51 Pegasi b, utilizzando il metodo della velocità radiale, che misura le variazioni nella velocità di una stella causate dall’attrazione gravitazionale di un pianeta orbitante. Da allora, grazie a telescopi spaziali come Kepler e TESS, sono stati individuati migliaia di esopianeti, molti dei quali con caratteristiche che potrebbero renderli abitabili.

Immagine dei due pianeti
Immagine dei due pianeti (Depositphotos FOTO) – www.aerospacecue.it

Dei pianeti sono scomparsi

Nel nostro Universo esistono migliaia di pianeti, alcuni dei quali sembrano essere “scomparsi” non perché volatilizzati, ma a causa di migrazioni o collisioni che creano nuovi corpi celesti. Secondo uno studio del progetto CLEVER della Rice University, questi fenomeni sono legati alla migrazione planetaria.

I radius valley (esopianeti con raggi tra quelli della Terra e di Nettuno) e i peas in a pod (pianeti vicini e simili in sistemi planetari) sono connessi a queste migrazioni. Le simulazioni condotte hanno mostrato che nei primi 50 milioni di anni dell’Universo, i pianeti interagivano con i dischi protoplanetari di gas e polveri. Questi dischi creavano catene orbitali, ma quando si esaurivano, le catene si rompevano, causando instabilità orbitali, collisioni e l’assorbimento di alcuni pianeti da parte delle loro stelle madri.