Il James Webb Space Telescope ha rivelato asteroidi di piccole dimensioni nella Fascia principale, le nuove prospettive per l’astronomia.
Nel 2016 e 2017, gli astronomi avevano concentrato l’attenzione sulla stella rossa Trappist-1. Quest’ultima è celebre per ospitare sette pianeti rocciosi potenzialmente abitabili.
Tuttavia, nel corso delle osservazioni, i due scienziati Artem Burdanov e Julien de Wit hanno intrapreso una ricerca parallela che inizialmente non era prevista.
Infatti, mentre essi indagavano le atmosfere degli esopianeti della stella, hanno notato una serie di asteroidi inaspettati nelle immagini da loro visualizzate.
Dunque, questo ritrovamento ha portato ad una serie di nuove conoscenze sugli asteroidi che ha fatto luce su una parte inesplorata del nostro Sistema Solare.
Gli asteroidi sono corpi celesti rocciosi che orbitano principalmente tra Marte e Giove. Tuttavia, spesso molti esperti li considerano solamente dei disturbi fastidiosi nelle osservazioni astronomiche. In particolare, possono alterare i dati durante la raccolta delle immagini e quindi rendono più difficile l’indagine di oggetti celesti più lontani e deboli. Ciononostante, gli scienziati Artem Burdanov e Julien de Wit hanno deciso di sfruttare proprio questi “disturbi” per portare avanti una nuova ricerca. Nello specifico, essi hanno analizzato oltre diecimila immagini della stella Trappist-1 ottenute dal telescopio spaziale James Webb.
Da qui hanno scoperto ben 138 asteroidi precedentemente sconosciuti, molti dei quali fanno parte della Fascia principale (regione del Sistema Solare tra Marte e Giove) degli asteroidi. La particolarità di questi asteroidi risiede nelle loro dimensioni ridotte. Infatti, esse si trovano tutte entro alcune decine di metri. Questo li rende diversi dai grandi asteroidi già conosciuti. Per fare un paragone, quello che portò all’estinzione dei dinosauri 65 milioni di anni fa aveva un diametro di circa dieci chilometri. Gli asteroidi di dimensioni più piccole sono meno catastrofici, ma comunque degni di nota per la difesa del pianeta. Questo perché la loro maggiore frequenza di collisione con la Terra li rende oggetto di interesse per gli astronomi.
Tali asteroidi così piccoli sono potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta, in quanto potrebbero diventare oggetti near-Earth (NEOs). Questo significa che potrebbero avvicinarsi alla Terra. Gli astronomi hanno notato che corpi di queste dimensioni potrebbero essere stati responsabili di eventi come il celebre disastro di Tunguska del 1908. Durante quest’ultimo, l’impatto di un asteroide distrusse milioni di alberi in Siberia. Allo stesso modo, nel 2013 un altro asteroide che si è avvicinato alla Terra e ha causato il cosiddetto “evento di Čeljabinsk“. Esso ha provocato danni a migliaia di edifici e ferito centinaia di persone. L’importanza di questa scoperta risiede anche nella capacità di monitorare questi oggetti anche quando si trovano lontano dalla Terra.
Ciò ha avuto luogo grazie alla sensibilità del telescopio James Webb alla luce infrarossa. Questa lunghezza d’onda è particolarmente utile per rilevare asteroidi, poiché essi brillano maggiormente in infrarosso rispetto alla luce visibile. L’analisi di queste immagini potrebbe rendere più accurato il tracciamento delle orbite degli asteroidi e migliorare la capacità di predire le loro traiettorie. Di conseguenza, tutto ciò è in grado di contribuire alla difesa contro potenziali impatti. In definitiva, la ricerca di Burdanov e de Wit rappresenta un esempio di come la scienza possa trarre vantaggio da opportunità inaspettate. Nonostante inizialmente stessero studiando esopianeti e atmosfere, gli astronomi sono riusciti a fare nuove scoperte interessanti.