Il Sole verrebbe accecato | Scienziati rimasti increduli: “Quanta luce è fuoriuscita da questa enorme esplosione”
Una nuova enorme esplosione stellare rilascia una quantità di luce ed energia incredibile. Ecco cosa dicono gli esperti.
Nel vasto e misterioso universo, le stelle rappresentano la culla della creazione e la fucina del destino. Tra gli eventi più spettacolari e significativi che avvengono nel cosmo vi sono le esplosioni stellari, fenomeni di immensa energia che segnano sia la fine sia l’inizio di cicli cosmici.
Questi eventi, noti come supernovae e ipernovae, non sono solo spettacolari manifestazioni visive, ma anche motori fondamentali della trasformazione universale. Le esplosioni stellari avvengono al termine del ciclo vitale di una stella massiccia.
Dopo milioni o persino miliardi di anni di fusione nucleare, una stella esaurisce il proprio combustibile, principalmente idrogeno ed elio, e collassa sotto il proprio peso. Questo collasso scatena una reazione violenta che rilascia un’enorme quantità di energia, creando l’esplosione.
L’intensità di una supernova può superare quella dell’intera galassia in cui si trova, rendendola visibile anche a milioni di anni luce di distanza. Questi eventi non sono semplicemente la distruzione di una stella. Al contrario, rappresentano un momento di rinascita per l’universo.
L’impatto di un’esplosione
Durante l’esplosione, una supernova rilascia elementi chimici pesanti come ferro, oro e uranio, elementi che non si formano durante la normale fusione stellare. Questi materiali vengono dispersi nello spazio interstellare, diventando i mattoni fondamentali per la formazione di nuove stelle, pianeti e persino forme di vita. In effetti, si può dire che gli esseri umani stessi siano fatti di “polvere di stelle”.
Tra i vari tipi di esplosioni stellari, le supernovae di tipo Ia hanno un’importanza particolare in astronomia. Grazie alla loro luminosità prevedibile, sono utilizzate come “candele standard” per misurare le distanze cosmiche e comprendere l’espansione dell’universo. D’altro canto, le supernovae di tipo II, associate al collasso delle stelle più massicce, possono generare stelle di neutroni o addirittura buchi neri, oggetti enigmatici che continuano a sfidare la comprensione scientifica.
Una nuova esplosione
Un team di scienziati dell’Università di Varsavia, guidato dal professor Przemek Mróz, stava studiando dati raccolti dall’Optical Gravitational Lensing Experiment per cercare buchi neri primordiali. Nonostante iniziali insuccessi, il gruppo ha scoperto 28 stelle con esplosioni insolite e simmetriche, una caratteristica mai osservata prima.
Queste esplosioni, simili a un fenomeno raro registrato nel 2016 (ASASSN-16oh), emettono raggi X “morbidi” e hanno una luminosità circa mille volte inferiore rispetto alle nove classiche, motivo per cui sono state chiamate millinove. Le millinove si verificano in sistemi binari composti da una nana bianca e una stella subgigante. La vicinanza tra le due permette un trasferimento di materiale dalla subgigante alla nana bianca, scatenando esplosioni meno violente.