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“Senza i lampi non l’avremmo mai scoperta” | Questa è la cosa più grande dell’Universo ed era ben nascosta

Illustrazione di lampi su una strada (Pixabay)

Illustrazione di lampi su una strada (Pixabay FOTO) - www.aerospacecue.it

Grazie a quei particolari lampi, è stato possibile fare una scoperta sorprendente. E’ una “roba enorme”, ma è ben nascosta.

Le scoperte fortuite nell’astronomia e nell’astrofisica hanno spesso rivoluzionato la nostra comprensione dell’universo. Molte di queste sono avvenute mentre gli scienziati cercavano risposte a domande completamente diverse.

Un esempio celebre è la scoperta della radiazione cosmica di fondo nel 1965 da Arno Penzias e Robert Wilson. Questo “rumore” si rivelò essere una prova cruciale del Big Bang, confermando teorie cosmologiche che avevano fino a quel momento poche evidenze dirette.

Anche la scoperta dei primi esopianeti nel 1992 da Aleksander Wolszczan e Dale Frail rientra tra le scoperte casuali. Studiando pulsar, stelle di neutroni estremamente dense e rotanti, rilevarono variazioni periodiche che indicavano la presenza di pianeti in orbita.

Le scoperte fortuite dimostrano il valore dell’esplorazione scientifica senza pregiudizi. Esse ci ricordano che, anche se gli obiettivi originali possono non essere raggiunti, l’universo offre sorprese inaspettate che possono ridefinire interi campi di studio.

Una scoperta straordinaria

Nel vasto universo, l’oggetto più grande mai osservato dall’uomo è la Grande Muraglia di Ercole-Corona Borealis, una straordinaria mega-struttura composta da galassie. Scoperta nel novembre 2013, questa colossale formazione è stata individuata grazie ai dati provenienti dalle missioni Swift Gamma Ray Burst e dal Telescopio Spaziale Fermi. Con una dimensione superiore ai 10 miliardi di anni luce, rappresenta un primato impressionante, superando ogni precedente struttura cosmica conosciuta. La scoperta ha segnato un punto di svolta nella nostra comprensione dell’universo, rivelando che strutture di tale portata possono esistere in regioni lontanissime dello spazio.

Questa muraglia galattica non è un semplice ammasso di quasar, come si osservava in precedenza, ma un filamento gravitazionalmente legato di galassie. Si tratta della più grande struttura osservata sin dal 1991, superando anche l’Huge-LQG (Enorme Grande Gruppo di Quasar), lungo “solo” 4 miliardi di anni luce. Il ruolo cruciale nella sua identificazione è stato giocato dai lampi gamma, fenomeni esplosivi altamente energetici che hanno permesso agli astronomi di concentrarsi su specifiche aree del cielo.

Illustrazione dell’ammasso di galassie noto come MACS J0717.5+3745. (NASA, ESA, Harald Ebeling FOTO)
Illustrazione dell’ammasso di galassie noto come MACS J0717.5+3745. (NASA, ESA, Harald Ebeling FOTO) – www.aerospacecue.it

Una spiegazione razionale

La Grande Muraglia di Ercole è un filamento galattico localizzato in direzione delle costellazioni di Ercole e Corona Boreale. La sua composizione è un insieme di galassie legate gravitazionalmente, distribuite su una scala quasi impensabile. L’elevata concentrazione di lampi gamma nell’area ha reso evidente la presenza di questa gigantesca struttura, un elemento completamente assente nella nostra Via Lattea, dove tali eventi sono estremamente rari (circa uno ogni milione di anni).

Questa differenza ha dato agli scienziati un nuovo strumento per identificare regioni di alta densità galattica. L’universo, vasto e misterioso, continua a riservarci sorprese. La scoperta della Grande Muraglia di Ercole-Corona Borealis rappresenta un esempio della nostra capacità di esplorare e comprendere l’immensità cosmica. E’ probabile che questa non sia l’unica struttura di tali dimensioni.