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Esplosione enorme nell’Universo | Gli scienziati a bocca aperta: “L’ha divorata in un secondo”

Illustrazione di un'esplosione stellare (Pixabay)

Illustrazione di un'esplosione stellare (Pixabay FOTO) - www.aerospacecue.it

Quest’enorme esplosione nell’universo ha lasciato tutti a bocca aperta. Difficilmente si possono ammirare fenomeni del genere.

Le esplosioni nell’universo sono eventi estremamente energetici che offrono una finestra privilegiata sulla fisica estrema e sull’evoluzione cosmica. Tra i fenomeni più spettacolari ci sono le supernove, che segnano la fine della vita di stelle massicce o il collasso di nane bianche.

Un altro esempio straordinario sono i lampi gamma, esplosioni cosmiche tra le più potenti osservate, associate a fenomeni come la fusione di stelle di neutroni o il collasso di stelle supermassicce in buchi neri. 

Anche le esplosioni causate da quasar o nuclei galattici attivi rappresentano un fenomeno di grande interesse. Questi eventi derivano da giganteschi buchi neri al centro delle galassie che, durante l’accrescimento di materia, emettono enormi quantità di energia.

Le esplosioni di nova, più contenute rispetto alle supernove, si verificano nelle binarie strette dove una nana bianca accumula materiale dalla sua compagna fino a innescare una reazione termonucleare.

Una recente scoperta

Le esplosioni stellari rappresentano alcuni dei fenomeni più spettacolari dell’universo, e la recente scoperta di una nuova tipologia, la “millinova”, ha ampliato le nostre conoscenze in questo campo. Questa esplosione, cento volte più luminosa del Sole, si distingue dalle classiche nova, supernova e kilonova per la sua origine e intensità. La millinova è generata da una “stella zombie”, una nana bianca che divora progressivamente una stella compagna rigonfia, dando vita a un’esplosione di luce straordinaria.

Questo fenomeno è stato identificato per la prima volta da un team internazionale di astronomi guidato dall’Università di Varsavia. Lo studio, pubblicato su Astrophysical Journal Letters, è il frutto di vent’anni di dati raccolti nell’ambito dell’esperimento Ogle. L’obiettivo originale era l’analisi di tracce di buchi neri primordiali nella materia oscura della Via Lattea, ma i ricercatori si sono casualmente imbattuti in questo nuovo tipo di esplosione stellare.

Illustrazione della millinova ( Krzysztof Ulaczyk _ Astronomical Observatory, Università di Varsavia
Illustrazione della millinova ( Krzysztof Ulaczyk _ Astronomical Observatory, Università di Varsavia FOTO) – www.aerospacecue.it

Tracce nelle galassie

Durante l’analisi dei dati, i ricercatori hanno identificato ben 28 millinove in due galassie satellite della Via Lattea: la Grande Nube di Magellano e la Piccola Nube di Magellano. Questi eventi, mai osservati prima, rappresentano un passo significativo nella comprensione delle dinamiche delle stelle binarie, specialmente quelle che coinvolgono nane bianche e le loro stelle compagne.

La scoperta sottolinea l’importanza di studi a lungo termine come quello condotto dall’esperimento Ogle. Grazie alla raccolta sistematica di dati per due decenni, è stato possibile individuare tracce di fenomeni stellari che altrimenti sarebbero rimasti sconosciuti. Questa ricerca non solo amplia la nostra comprensione delle esplosioni stellari, ma offre nuove prospettive per lo studio della materia oscura e delle galassie satellite.