Asteroidi, questo ha mandato in tilt il sistema | Gli scienziati non riescono a capire: “Non è possibile che ci sia qui”
Tutta colpa degli asteroidi! Uno di questi ha mandato tutto in tilt e ancora non si riesce a capirne la causa. Cos’è successo?
Gli asteroidi possono rappresentare una seria minaccia per i sistemi tecnologici della Terra, non solo per il rischio di impatto ma anche per i loro effetti indiretti.
Questi corpi celesti, che orbitano principalmente nella fascia tra Marte e Giove, occasionalmente si avvicinano al nostro pianeta, e le loro dimensioni e velocità variano enormemente.
Un impatto diretto con un asteroide di grandi dimensioni potrebbe devastare intere regioni e innescare effetti globali, come cambiamenti climatici e interruzioni nella rete elettrica e nei sistemi di comunicazione.
Anche asteroidi di dimensioni più contenute possono causare danni significativi, ad esempio liberando energia elettromagnetica o producendo onde d’urto nell’atmosfera.
Una scoperta sorprendente
La superficie dell’asteroide Vesta, uno dei più grandi corpi celesti nella fascia principale tra Marte e Giove, nasconde indizi di un passato più dinamico del previsto. I misteriosi canali che solcano la sua crosta, osservati per la prima volta dalla sonda Dawn della NASA tra il 2011 e il 2012, potrebbero non essere il risultato esclusivo di detriti secchi. Un recente studio ha dimostrato che brevi ma intensi flussi d’acqua salata potrebbero aver modellato questi solchi, sfidando le ipotesi tradizionali sulla geologia di un corpo celeste privo di atmosfera.
La ricerca, pubblicata sul Planetary Science Journal, ha utilizzato un approccio innovativo per ricreare le condizioni estreme di Vesta. I ricercatori del Jet Propulsion Laboratory hanno simulato l’ambiente inospitale dell’asteroide utilizzando una camera di test avanzata, il DUSTIE (Dirty Under-vacuum Simulation Testbed for Icy Environments). Questo strumento ha permesso di comprendere come l’acqua liquida possa esistere temporaneamente anche in assenza di atmosfera, un fenomeno cruciale per spiegare la formazione dei canali osservati.
Entriamo un po’ nel dettaglio
Uno degli elementi chiave della scoperta è il cloruro di sodio, il comune sale da cucina. Gli esperimenti hanno dimostrato che, mentre l’acqua pura si congela istantaneamente nelle condizioni simulate, le soluzioni saline rimangono liquide per oltre un’ora. Questo intervallo di tempo è sufficiente per creare le strutture osservate sulla superficie di Vesta. La formazione di uno strato ghiacciato protettivo, simile a un coperchio, preserva il liquido sottostante dal vuoto spaziale, consentendogli di modellare il terreno per un periodo significativo.
Questa scoperta non si limita alla comprensione di Vesta, ma apre nuove prospettive per lo studio di altri corpi celesti. Processi analoghi potrebbero verificarsi su Cerere, il più grande asteroide, e sulla luna Europa di Giove, entrambi noti per possibili attività idriche sotto le loro croste superficiali. Lo studio rappresenta quindi un passo avanti nella comprensione delle dinamiche geologiche in ambienti extraterrestri estremi, ampliando le possibilità di scoprire tracce di attività liquida nel nostro Sistema Solare.