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Marte, svelate le prime case | Saranno diverse da quelle che conosciamo: sembrerà una sorta di campeggio

Illustrazione di un'abitazione spaziale (Pixabay)

Illustrazione di un'abitazione spaziale (Pixabay FOTO) - www.aerospacecue.it

Se state pensando ad una casa su Marte, di sicuro non l’avete pensata così. Sono molto diverse da come le abbiamo sempre immaginate.

L’idea di vivere su altri pianeti è al centro della ricerca scientifica e dell’immaginario umano. Marte, con le sue caratteristiche geologiche e climatiche, è uno dei candidati principali, ma si esplorano anche alternative come le lune di Giove e Saturno.

La colonizzazione spaziale potrebbe garantire la sopravvivenza a lungo termine della specie umana in caso di crisi globali sulla Terra, sia naturali che antropiche.

Le sfide tecniche sono immense: ricreare condizioni abitabili, come atmosfera, gravità e protezione dalle radiazioni, richiede tecnologie avanzate ancora in fase sperimentale.

Inoltre, le missioni di lunga durata comportano problemi psicologici e fisici per gli esseri umani, che devono adattarsi a condizioni estremamente diverse da quelle terrestri.

Un progetto ambizioso

Il progetto Hab-1 rappresenta un passo cruciale nella preparazione per le missioni umane su Marte e sulla Luna. Questa abitazione spaziale, costruita interamente in Teflon, è stata progettata dall’agenzia spaziale indiana ISRO per rispondere alle sfide uniche dell’esplorazione extraterrestre. Testata tra le montagne del Ladakh, un ambiente caratterizzato da condizioni climatiche estreme e aria rarefatta, Hab-1 include un letto, un angolo cottura, una toilette a secco e un sistema autonomo per lo smaltimento dei rifiuti. 

Il progetto non mira solo a sviluppare infrastrutture funzionali, ma anche a ridurre la dipendenza dell’India da altre agenzie spaziali per l’addestramento. Il test nel Ladakh, in cui un astronauta ha vissuto per tre settimane nella struttura, è parte della preparazione per la missione Gaganyaan. Questa missione prevede di posizionare tre astronauti in orbita terrestre bassa a 400 km per tre giorni. Gli obiettivi a lungo termine includono una stazione spaziale indiana entro il 2035 e una missione umana sulla Luna entro il 2040, consolidando il ruolo dell’India come protagonista nell’esplorazione spaziale.

Illustrazione della Hab-1 (AAKA Space Studio FOTO) -
Illustrazione della Hab-1 (AAKA Space Studio FOTO) – www.aerospacecue.it

Un laboratorio spaziale

Il Ladakh è stato scelto come luogo ideale per i test del progetto Hab-1 grazie alla sua somiglianza con il terreno e le condizioni di Marte e della Luna. Il paesaggio arido e roccioso, insieme alle temperature estreme che variano da 20 °C a -18 °C, offre un ambiente che replica molte delle sfide degli ambienti extraterrestri. Anche se non paragonabile alle temperature marziane di -153 °C o lunari di -250 °C, il Ladakh fornisce un contesto realistico per sperimentare tecnologie e strategie di sopravvivenza.

Oltre agli aspetti tecnici, il sito permette di studiare l’impatto psicologico della solitudine e dell’isolamento, fattori cruciali per missioni di lunga durata nello spazio. Come ha sottolineato il professor Subrat Sharma, collaboratore del progetto, queste simulazioni sono indispensabili per comprendere meglio le esigenze degli astronauti in ambienti estremi.