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“Così non li troveremo mai” | Sfogo scioccante dello scienziato: le nostre missioni li stanno uccidendo come mosche

Alieni viola

Alieni (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Stiamo cercando nel modo sbagliato: lo sfogo di uno scienziato rivela come le nostre missioni stanno sterminando forme di vita aliene.

Quando pensiamo alla ricerca di vita nello spazio, immaginiamo scene da film: astronavi, alieni con la testa grossa e scienziati che urlano “Li abbiamo trovati!”. Ma la verità è un po’ meno spettacolare e molto più complicata. C’è un dilemma etico dietro ogni missione spaziale, e non sempre ci pensiamo. E se, nel tentativo di scoprire forme di vita extraterrestri, stessimo inavvertitamente distruggendo proprio ciò che stiamo cercando?

Sembra assurdo, lo so. Eppure, ogni volta che inviamo sonde e robot su pianeti lontani, questi strumenti raccolgono e analizzano campioni con metodi che potrebbero danneggiare o uccidere microbi alieni. Magari parliamo di vita microscopica, ma è pur sempre vita, no? E se un giorno qualcuno facesse la stessa cosa qui da noi? Tipo alieni che atterrano, prelevano campioni umani e se ne vanno senza nemmeno lasciare un biglietto. Inquietante.

Il problema è che, per noi umani, i microbi sono roba sacrificabile. Ma chi dice che su un altro pianeta non siano parte di un ecosistema fondamentale? Stiamo cercando risposte nell’universo, ma rischiamo di fare danni prima ancora di capire cosa abbiamo davanti. È come se fossimo dei tori in un negozio di cristalli spaziali.

Insomma, la questione non è solo scientifica. È anche una questione di valori. Dobbiamo decidere cosa conta di più: trovare prove di vita aliena a tutti i costi o fare attenzione a non distruggere potenziali ecosistemi? Forse è il momento di rallentare un attimo e riflettere su come stiamo esplorando lo spazio.

Missioni spaziali e pericoli nascosti

Prendi la missione Viking del 1976, per esempio. Quei robot hanno fatto esperimenti su Marte aggiungendo sostanze nutritive al suolo o scaldandolo fino a sterilizzarlo. L’obiettivo? Vedere se c’erano microbi che reagivano.

Ma nel frattempo, magari qualche forma di vita aliena è stata eliminata senza pietà. Ok, forse è stata una scelta necessaria per la scienza, ma è un po’ come bussare alla porta di un vicino e tirare giù la casa per vedere se c’è qualcuno dentro.

Rocce di marte
Rocce di marte (Pixabay FOTO) – www.aerospacecue.it

Proteggere la vita aliena è una nostra responsabilità

E oggi? Beh, gli strumenti sono ancora più avanzati, come lo spettrometro di massa. Funziona alla grande per analizzare campioni, ma vaporizza quello che tocca. E se in quel campione ci fosse una forma di vita aliena? Gli scienziati si stanno chiedendo se non sia il caso di trovare metodi più delicati. Tipo usare un bisturi invece di una mazza da demolizione.

La protezione planetaria è una cosa seria. Non si tratta solo di non portare i nostri microbi su altri pianeti, ma anche di rispettare e proteggere eventuali forme di vita che potremmo incontrare. Prima di partire alla conquista dello spazio come dei turisti sprovveduti, forse dovremmo assicurarci di avere delle regole chiare. Perché, alla fine, non vogliamo essere ricordati come quelli che hanno scoperto la vita nello spazio… solo per sterminarla subito dopo.