Viaggi interstellari, svolta epocale per gli esseri umani | Scienziati hanno messo a punto il metodo per ibernarci senza danni
Viaggiare nello spazio tramite nuove tecniche di ibernazione sicura. Ecco cosa hanno scoperto gli scienziati.
I viaggi interstellari rappresentano uno dei sogni più ambiziosi dell’umanità e un tema affascinante per la scienza, la tecnologia e la fantascienza.Già i viaggi spaziali all’interno del nostro sistema solare (come missioni verso Marte) sono già in fase avanzata di studio e realizzazione.
Quanto a spostarsi tra le stelle, verso altri sistemi solari, rappresenta una sfida molto più grande. Infatti le distanze tra le stelle sono immense. Ad esempio, Proxima Centauri, la stella più vicina al nostro Sole, si trova a circa 4,24 anni luce.
Inoltre le tecnologie di propulsione attuali (come i razzi chimici) sono troppo lente per viaggi interstellari. Si stanno studiando metodi avanzati, come la propulsione nucleare o le vele solari.
E poi viaggi così lunghi richiedono di affrontare problemi legati alla salute, come esposizione alle radiazioni cosmiche e all’assenza di gravità. Bisogna considerare anche la generazione di risorse alimentari, acqua e ossigeno.
Come affrontare un viaggio così lungo
Da anni gli scienziati riflettono seriamente su come poter mantenere il corpo umano e permetterne la sopravvivenza per un periodo molto lungo, ma questa ipotetica tecnologia sembra ancora lontana. Nonostante le difficoltà, esistono progetti in fase di studio o concettualizzazione.
Ad esempio il Breakthrough Starshot è un’iniziativa che mira a inviare minuscole sonde a vela verso Proxima Centauri utilizzando laser ad alta potenza per accelerarle a una frazione significativa della velocità della luce. Anche le sonde generazionali cioè navi spaziali enormi progettate per ospitare una popolazione umana per diverse generazioni.
Uno scenario agghiacciante
Dato che per raggiungere anche la stella più vicina a noi non basterebbero migliaia di generazioni, realisticamente, dovremmo ibernare gli esseri umani per un tale viaggio. Secondo una recente ricerca, tuttavia, potremmo aver trovato una soluzione inaspettata nel sangue dei pipistrelli, in particolare in quello della Nottola comune (Nyctalus noctula) e del Rossetto egiziano (Rousettus aegyptiacus).
Un team di ricercatori della Greifswald University ha quindi esaminato i globuli rossi di questi animali, rivelando il modo sorprendente in cui agiscono nei periodi di letargo. Comparandoli a quelli umani, è emerso che gli eritrociti dei pipistrelli hanno la capacità di mantenere la loro elasticità anche quando sopraggiunge il freddo, continuando a svolgere le funzioni essenziali. In questo modo la circolazione non viene interrotta, e il metabolismo viene rallentato, seppur mantenendo la sua efficienza. Resta ora solo la sfida se sfruttare questa capacità e applicarla agli esseri umani.