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Secondo mandato di Trump: quali le conseguenze per l’esplorazione spaziale statunitense?

L’arrivo del repubblicano Trump alla Casa Bianca, quanto inciderà questo per la NASA e l’esplorazione dello spazio?

Da quando Donald Trump è stato rieletto come nuovo presidente degli Stati Uniti, si sono sollevati dubbi collettivi riguardo al futuro delle esplorazioni spaziali. Qual è il pensiero del repubblicano?

Alcuni esperti pensano che da ciò ne possa trarre vantaggio il suo sostenitore Elon Musk. Ricordiamo che egli possiede l’azienda SpaceX e la rete satellitare Starlink.

Inoltre, è possibile che il neopresidente apporti delle modifiche al programma Artemis della NASA per riuscire ad effettuare la spedizione di un equipaggio sulla Luna entro il 2030.

Ciò nasce anche dalla necessità degli Stati Uniti di non trovarsi mai un passo indietro rispetto alle altre nazioni. In particolare, tengono d’occhio le ambizioni della Cina.

Possibili provvedimenti nell’ambito spaziale

Trump, durante la sua campagna elettorale, ha proposto delle iniziative interessanti, come la creazione di una Guardia nazionale spaziale per rafforzare le difese nello spazio. Questa è però un’idea che si è imbattuta in alcune resistenze per ottenere l’approvazione del Congresso. Tuttavia, il ruolo crescente di Elon Musk potrebbe alterare il quadro spaziale. Infatti, in quanto capo di una commissione per l’efficienza governativa, egli ha espresso l’intenzione di ridurre le spese federali. Musk vorrebbe raggiungere il suo obiettivo grazie alla potenziale introduzione di costosi programmi della NASA. Un esempio è lo Space Launch System (SLS), ossia una parte essenziale del programma Artemis.

L’SLS è un razzo non riutilizzabile dal costo di circa 4,1 miliardi di dollari solo per il lancio. Ovviamente ciò ha suscitato critiche per il suo budget elevato e la sua inefficienza. Questo perché si fanno dei paragoni con le più economiche e riutilizzabili tecnologie di SpaceX, come ad esempio il razzo Starship. Elon Musk, al fine di arrivare ad una soluzione più economica, potrebbe voler ridimensionare il ruolo dell’SLS. Tuttavia, in questo caso si troverebbe di fronte all’opposizione politica da parte di Stati come Alabama, Florida e Texas. In questi luoghi, infatti, l’SLS supporta numerosi posti di lavoro. Questa dinamica rende incerto il futuro di Artemis, con una possibile rivalutazione dei suoi costi e delle sue tempistiche. A livello internazionale, la competizione spaziale con la Cina diventa sempre più ambiziosa. Infatti, Pechino prevede missioni con astronauti sulla Luna e la costruzione di una base lunare entro il 2030 in collaborazione con la Russia.

Elon Musk e SpaceX (Depositphotos FOTO) – www.aerospacecue.it

Quali saranno le conseguenze della nuova presidenza americana?

Un’altra questione di rilevo riguarda il programma Mars Sample Return (MSR), ossia una missione congiunta NASA-ESA per riportare campioni marziani sulla Terra. Questo programma è attualmente in fase di revisione a causa dei costi elevati e dei ritardi. A tal proposito, Musk ha proposto di utilizzare Starship come alternativa meno costosa e più efficiente per trasportare tali campioni. In questo modo si ridurrebbe la necessità di missioni indipendenti. Le missioni scientifiche della NASA potrebbero subire tagli durante questo secondo mandato di Trump. Ciò è avvenuto anche durante il primo mandato.

Il ritorno di Trump, quindi, potrebbe portare ad una ridefinizione della politica spaziale americana. Le modifiche dovrebbero prevedere un approccio  che guarda verso la competizione economica e l’influenza SpaceX. La posizione della NASA dipenderà in gran parte dai nuovi vertici che Trump deciderà di nominare.