Home » La capsula Dragon di SpaceX ha effettuato il primo test in orbita per la distruzione dell’ISS

La capsula Dragon di SpaceX ha effettuato il primo test in orbita per la distruzione dell’ISS

nasa e spacex

Nasa e SpaceX (Depositphotos FOTO) - www.aerospacecue.it

L’evoluzione dei veicoli cargo spaziali di SpaceX è arrivata al punto tale da essere in grado di distruggere dell’ISS.

L’innovazione tecnologica è molto importante per il progresso delle missioni spaziali. Infatti, sono stati introdotti motori più potenti nei veicoli cargo spaziali.

Nello specifico, SpaceX ha eseguito un’operazione piuttosto normale, ossia ha messo in funzione i propulsori della sua navetta Cargo Dragon per fissarsi alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

Ciò è necessario per tenere sotto controllo l’altitudine che separa l’ISS dalla superficie terrestre. In effetti, l’altezza che deve mantenere deve essere tale da escludere il rischio di perdere quota e rischiare di entrare nell’atmosfera terrestre. Se accadesse, si distruggerebbe da sola.

Tuttavia, questa manovra non prevedeva esclusivamente un controllo, bensì sembra che oggi il Cargo Dragon sia effettivamente in grado di mettere fine all’operazione dell’ISS. Infatti, il test riguarda le manovre che dovranno essere effettuate per gestire la sua eventuale discesa controllata nell’atmosfera, fino alla sua distruzione.

Un piano strutturato per mettere a punto la distruzione definitiva dell’ISS

La recente manovra di aggiustamento dell’altitudine dell’orbita della Stazione Spaziale Internazionale ha certamente rappresentato un passo importante per la NASA. Infatti, in precedenza un compito del genere veniva sempre portato a termine dalla navetta spaziale russa Soyuz. Tuttavia, in questo caso la missione l’ha eseguita per la prima volta da una capsula SpaceX. Nello specifico, la collaborazione tra SpaceX e la NASA nasce nel momento in cui quest’ultima ha firmato un accordo per sviluppare un “orbiter americano“. Esso, avrà il suddetto compito di distruggere la ISS tra sei anni.

Il piano prevede la spinta fuori dall’orbita della stazione spaziale che brucerà in sicurezza nell’atmosfera, prima di terminare la sua corsa direttamente nell’oceano. A tale fine, SpaceX ha la necessità di raccogliere quante più informazioni possibili per la messa in atto. In merito, si è pronunciato il direttore dell’affidabilità delle missioni di SpaceX, Jared Metter: “I dati che raccoglieremo da questa dimostrazione di rilancio e controllo dell’assetto saranno molto utili… e questi dati porteranno a capacità future, principalmente al veicolo di deorbit degli Stati Uniti”.

cargo dragon
Accensione dei propulsori di manovra della navicella spaziale Cargo Dragon (Nasa FOTO) – www.aerospacecue.it

Nuova fase per le missioni spaziali

SpaceX per mettere in atto questa missione, sfrutterà un Dragon con propulsione potenziata, una versione avanzata della navicella spaziale. La configurazione potenziata prevede nello specifico 46 propulsori Drago, una stiva più capiente, serbatoi di carburante aggiuntivi per alimentare i propulsori, e nuovi sistemi di avionica, alimentazione e raffreddamento. La direttrice della missione Sarah Walker ritiene che questa versione migliorata della navetta consentirà di completare con successo una missione molto importante. Nella missione è compresa quella complessa riguardante l’orbita della Stazione Spaziale Internazionale. Questa missione segna un importante passo in avanti. Infatti, una cosa simile era già stata messa in atto nel 2022 dalla navetta Cygnus della Northrop Grumman. Nell’arco di questa settimana, SpaceX ha portato a termine la sua 31ª missione di consegna di rifornimenti e attrezzature alla stazione spaziale.

Nel contesto delle attuali tensioni geopolitiche, con la Russia che intende abbandonare la ISS non prima del 2028, la NASA sta intensificando gli sforzi per ridurre la dipendenza dalla Roscosmos. Oltre a ciò, la crescente rivalità tra Stati Uniti e Russia – anche a causa dell’invasione dell’Ucraina – ha spinto gli Stati Uniti a cercare soluzioni alternative per garantire la stabilità della stazione spaziale.