Missioni spaziali

La Luna si rimpisciolisce: ha già perso circa 45 metri

La Luna si sta riducendo: ha perso 45 metri di diametro, vediamo di cosa si tratta.

La Luna, da sempre oggetto di fascino e studi, si sta lentamente restringendo. Questo processo, legato al raffreddamento del suo nucleo, ha causato una contrazione della superficie di circa 45 metri ogni pochi centinaia di milioni di anni. Anche se impercettibile dalla Terra, questa lenta riduzione ha delle implicazioni importanti, soprattutto in relazione a futuri progetti di esplorazione spaziale.

Recenti ricerche condotte da un gruppo di scienziati americani hanno dimostrato che il restringimento lunare potrebbe essere collegato a fenomeni geologici significativi, come frane e lunamoti (o “moonquakes”). In particolare, la zona vicina al Polo Sud lunare, dove la NASA prevede di far atterrare le prossime missioni con equipaggio, potrebbe essere soggetta a scosse sismiche abbastanza intense da destabilizzare il terreno.

Queste scoperte rendono fondamentale valutare attentamente la posizione di future stazioni spaziali sulla superficie lunare per garantire la sicurezza delle infrastrutture e degli astronauti.

La zona del Polo Sud lunare è una delle principali candidate per la costruzione di basi permanenti, in quanto ricca di risorse come il ghiaccio, essenziale per il supporto vitale e la produzione di carburante. Se però la regione dovesse dimostrarsi sismicamente instabile, l’intera pianificazione delle missioni potrebbe dover essere rivista.

La scoperta dei lobate scarps e il rischio lunamoti

Uno degli elementi chiave di questa ricerca è stato lo studio dei lobate scarps, delle creste estese che si formano a causa dell’attività tettonica sulla superficie lunare. Queste strutture sono state osservate grazie alle immagini ad alta risoluzione del Lunar Reconnaissance Orbiter, in combinazione con i dati raccolti dai sismometri installati durante le missioni Apollo, attivi fino al 1977. Queste fratture superficiali sono il risultato del progressivo raffreddamento del nucleo lunare, che causa la contrazione della crosta e la formazione di nuove faglie, con conseguenze potenzialmente significative per la stabilità del terreno.

La scoperta più sorprendente è stata la possibile connessione tra uno dei lunamoti più forti mai registrati (di magnitudo 5) e una di queste creste nella zona del Polo Sud. Questo evento sismico potrebbe aver causato frane rilevanti, dato che sulla Luna non serve molta energia per innescare smottamenti significativi. Con la superficie lunare composta da sedimenti sciolti, polverosi e non consolidati, anche piccoli movimenti sismici possono causare instabilità, aumentando il rischio per future missioni.

In particolare, le frane potrebbero essere particolarmente pericolose in queste regioni, in quanto il terreno lunare è costituito da materiale estremamente friabile, frammentato nel corso di miliardi di anni di impatti con asteroidi e comete. Questi detriti non sono coesi e formano una superficie che può facilmente collassare in caso di movimenti improvvisi. Perciò, le zone con alta concentrazione di lobate scarps devono essere analizzate con estrema attenzione.

I possibili epicentri del terremoto lunare (punti magenta), le scarpate lobate (linee rosse) e i potenziali punti di atterraggio della NASA (quadrati blu) (NASA foto) – www.aerospacecue.it

Implicazioni per le future missioni lunari

La rilevanza di queste scoperte ha un impatto diretto sulla pianificazione delle future missioni. La NASA sta valutando potenziali luoghi di atterraggio per le missioni del programma Artemis, che riporterà gli astronauti sulla Luna per la prima volta dal 1972. L’analisi delle aree intorno ai lobate scarps e il monitoraggio dei possibili epicentri dei lunamoti sono importanti per garantire la sicurezza delle strutture che verranno costruite e del personale che vi opererà.

Come spiega il geologo Nicholas Schmerr, il suolo lunare è composto da un miscuglio di polvere e frammenti rocciosi, derivanti da miliardi di anni di impatti con asteroidi e comete. Questo materiale, essendo molto sciolto e non coeso, rappresenta un terreno particolarmente vulnerabile alle scosse sismiche. La pianificazione delle future stazioni lunari dovrà quindi tenere conto di queste condizioni geologiche.

Inoltre, queste scoperte potrebbero influenzare anche la progettazione delle strutture che verranno costruite sulla superficie lunare. Gli ingegneri dovranno prendere in considerazione i rischi legati alla sismicità lunare nella progettazione di basi e habitat che dovranno resistere a possibili scosse o frane. In futuro, sensori sismici più avanzati potrebbero essere necessari per monitorare costantemente l’attività tettonica e fornire avvisi tempestivi in caso di eventi significativi.

La sicurezza degli astronauti e delle infrastrutture future

Con l’avvicinarsi della data del lancio delle missioni Artemis, che puntano a stabilire una presenza umana duratura sulla Luna, è essenziale garantire la sicurezza degli astronauti e delle strutture. Il lavoro dei ricercatori, come evidenziato dallo studio pubblicato nel Planetary Science Journal, sta fornendo informazioni preziose per preparare al meglio l’umanità alle sfide che la Luna ci riserverà.

Le scosse sismiche, anche se meno frequenti rispetto alla Terra, rappresentano un pericolo concreto. Le strutture che verranno costruite dovranno essere in grado di resistere a eventuali lunamoti e di proteggere le persone dalle frane potenziali. Inoltre, la creazione di sensori e sistemi di allerta sismica specifici per la Luna potrebbe costituire un ulteriore livello di sicurezza per le missioni future.

In definitiva, questa ricerca rappresenta un passo avanti nella comprensione della geologia lunare e nel miglioramento della sicurezza delle missioni spaziali. Con ogni nuova scoperta, ci avviciniamo sempre di più a una presenza umana permanente sulla Luna. Le informazioni raccolte finora aiuteranno gli scienziati e gli ingegneri a progettare sistemi di protezione avanzati, fondamentali per il successo delle missioni spaziali e per il futuro dell’esplorazione lunare.