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Boeing, non è il suo anno | La crisi è davvero nera: una nuova esplosione spaziale ha messo a repentaglio la vita di milioni di cittadini

Satellite danneggiato (Depositphotos foto)

Satellite danneggiato (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Un altro duro colpo per Boeing: il satellite si frantuma letteralmente in orbita e i cittadini ne pagano le conseguenze. 

La corsa allo spazio è una storia fatta di sogni e scommesse. C’è chi lo vede come un’opportunità per superare i limiti, chi per connettere il mondo intero o scoprire cosa c’è là fuori. Eppure, tra tutte queste ambizioni, ogni tanto c’è anche qualche passo falso – di quelli grossi – che ci ricorda quanto sia delicato l’equilibrio lassù. Prendi i satelliti di comunicazione, per esempio: li usiamo ormai per tutto, dai GPS alle trasmissioni, ma dietro ogni segnale c’è una tecnologia che cammina sempre sul filo del rasoio.

L’orbita terrestre, insomma, è un po’ come una grande autostrada dove ogni tanto capita un “ingorgo” o, peggio, un incidente. Sì, perché nello spazio non ci sono solo i satelliti nuovi fiammanti, ma anche detriti e frammenti di apparecchiature ormai fuori uso. Ogni volta che un satellite si rompe o un razzo rilascia componenti inutili, lo spazio diventa un po’ più affollato – e pure più pericoloso per chi deve lanciare nuovi veicoli. Si potrebbe quasi dire che c’è una vera e propria “spazzatura spaziale” che gira sopra le nostre teste.

A proposito di rischi, se un satellite per qualche motivo smette di funzionare, non è come rompere un telefono: l’impatto è molto più grande. Intere zone del mondo rischiano di restare senza servizio. Pensa a tutte quelle regioni remote dove non arriva internet via cavo: lì un guasto satellitare significa silenzio totale, niente connessione, zero comunicazioni. Certo, sono eventi rari, ma quando succedono lasciano il segno, ricordandoci quanto in fondo sia fragile tutta questa “infrastruttura invisibile” che ci collega al mondo.

Non appena si verifica un guasto serio, parte una specie di balletto tra agenzie spaziali e operatori per cercare di capire l’origine del problema e – se possibile – risolverlo o almeno contenere i danni. Per chi lavora nel settore è una corsa contro il tempo, visto che anche un singolo frammento di satellite può diventare una sorta di “proiettile” orbitante, pronto a colpire altri dispositivi, con danni a catena non da poco. Insomma, la gestione della “spazzatura spaziale” sta diventando una priorità, e non solo per gli scienziati.

Intelsat 33e: un’esplosione “silenziosa”

La notizia della perdita totale del satellite Intelsat 33e ha colto un po’ tutti di sorpresa. Si tratta di un satellite di comunicazione, lanciato nel 2016, e in teoria progettato per durare molto più a lungo. Ma questa volta qualcosa è andato storto: il satellite si è letteralmente disintegrato, lasciando una scia di detriti che ora la Space Force americana sta monitorando attentamente.

Non è solo una questione tecnica, ovviamente. Con l’Intelsat 33e fuori uso, zone estese di Europa, Africa e dell’area Asia-Pacifico hanno subito interruzioni nelle comunicazioni. Un blackout imprevisto che ha messo in difficoltà molti utenti, soprattutto in quelle zone dove alternative non ce ne sono. Questo tipo di eventi è il peggior incubo per le aziende di telecomunicazioni: non solo perdono un satellite, ma lasciano anche migliaia di persone isolate dal resto del mondo.

Satellite Intelsat (Intelsat foto)
Satellite Intelsat (Intelsat foto) – www.aerospacecue.it

Boeing sotto i riflettori

In realtà, non è nemmeno il primo satellite della serie a esplodere. Solo pochi anni fa, un altro satellite, l’Intelsat 29e, aveva subito un incidente simile, a causa di una perdita di carburante nel sistema di propulsione. Due incidenti così simili e ravvicinati sollevano parecchie domande su Boeing, il produttore. Con ogni probabilità, l’azienda non starà dormendo sonni tranquilli in questi giorni, visto che la reputazione è in gioco.

Intanto, mentre Intelsat cerca di capire cosa sia successo davvero, il problema dei detriti spaziali continua a crescere. È come avere tante piccole mine vaganti che fluttuano nello spazio: basta una collisione perché si creino ancora più frammenti. È un circolo vizioso che rende l’orbita sempre meno sicura, e ogni incidente non fa che peggiorare le cose.