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Euclid: le prime immagini dell’atlante cosmico realizzato dal telescopio sono incredibili

La missione Euclid svela l’universo attraverso immagini straordinarie, rivelando dettagli senza precedenti e aprendo nuove prospettive.

I telescopi sono strumenti fondamentali per l’astronomia, progettati per catturare e analizzare la luce proveniente da corpi celesti lontani. Grazie alla loro capacità di raccogliere e amplificare la luce, i telescopi ci permettono di osservare fenomeni che altrimenti sarebbero invisibili all’occhio umano. Le immagini prodotte da questi strumenti non solo ci offrono uno spettacolo visivo affascinante, ma sono anche cruciali per la nostra comprensione dell’universo. Dalla risoluzione dei dettagli superficiali dei pianeti del nostro sistema solare fino alla cattura di galassie lontane e nebulose in formazione, ogni immagine racconta una storia e fornisce indizi su processi cosmici complessi.

I telescopi moderni, dotati di tecnologie avanzate come i sensori CCD e i filtri spettroscopici, possono produrre immagini in diverse lunghezze d’onda, svelando informazioni su composizione chimica, temperatura e movimento di oggetti celesti. Missioni come quella di Euclid non solo ampliano il nostro atlante cosmico, ma ci aiutano anche a rispondere a domande fondamentali sull’origine e l’evoluzione dell’universo, spingendo i confini della nostra conoscenza e delle nostre capacità di osservazione.

Il primo mosaico dell’universo

Il satellite Euclid dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha rilasciato le prime immagini di un atlante cosmico, rivelando un’impressionante porzione dell’universo. Questo primo tassello della mappa, presentato durante l’International Astronautical Congress a Milano, rappresenta solo l’un percento dell’intero progetto, ma già sorprende la comunità scientifica. Il mosaico celeste copre 132 gradi quadrati del cielo, un’area oltre 500 volte più grande della luna piena, e presenta una risoluzione di 208 gigapixel.

Le immagini pubblicate mostrano circa cento milioni di sorgenti astronomiche, incluse galassie lontane centinaia di milioni di anni luce e stelle della nostra Via Lattea. Questo mosaico è frutto delle osservazioni effettuate tra il 25 marzo e l’8 aprile 2024, utilizzando i due strumenti a bordo del satellite: il Visible Instrument (Vis) e il Near Infrared Spectrometer Photometer (NISP). Non solo il mosaico rivela una varietà di galassie, ma offre anche dati cruciali per lo studio della materia oscura attraverso l’analisi dell’effetto di lente gravitazionale, che amplifica e distorce le immagini delle galassie in primo piano.

Zoom su una parte del mosaico (Esa_Euclid_Euclid Consortium_Nasa FOTO) – www.aerospacecue.it

Un’analisi dettagliata dell’universo

In questo straordinario mosaico, si possono osservare le stelle della nostra galassia caratterizzate dalla loro forma a sei punte, oltre a nebulosità bluastre formate da nubi di gas e polveri interstellari. La missione Euclid ha già superato aspettative, realizzando un numero significativo di osservazioni, da 3 a 600 ingrandimenti, che mostrano dettagli sia della struttura cosmica su larga scala sia delle singole galassie.

Roberto Scaramella dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha sottolineato l’importanza di questo mosaico, definendolo una pietra miliare nella storia dell’astronomia. L’analisi dei dati raccolti da Euclid contribuirà notevolmente a diversi campi dell’astronomia, esplorando la natura della materia oscura e dell’energia oscura, elementi misteriosi che influenzano la nostra comprensione dell’universo. La missione, che prevede sei anni di osservazioni, è particolarmente significativa per il contributo dell’Italia, che gioca un ruolo chiave nella gestione e nell’analisi dei dati scientifici. La comunità Euclid italiana ha deciso di dedicare questa anteprima alla memoria di Bianca Garilli, un’astronoma di spicco che ha lasciato un’impronta indelebile nel progetto.