ESA, la missione salva Terra pronta a partire, ma ci sono problemi | Ritardo nelle operazioni e gli asteroidi si avvicinano
Le condizioni meteorologiche avverse rallentano il lancio della missione europea, mentre gli asteroidi minacciano sempre più il nostro pianeta.
Gli asteroidi sono corpi rocciosi di dimensioni variabili che orbitano attorno al Sole e che, in alcuni casi, possono entrare in collisione con la Terra. La storia del nostro pianeta è segnata da numerosi impatti con questi oggetti spaziali.
Uno degli eventi più famosi e catastrofici è l’impatto che avvenne circa 66 milioni di anni fa, quando un asteroide colpì la penisola dello Yucatán, in Messico.
Attualmente, le agenzie spaziali di tutto il mondo, come l’ESA e la NASA, monitorano costantemente gli oggetti vicini alla Terra (NEO, Near-Earth Objects) per prevenire eventuali impatti futuri. La tecnologia avanzata e le missioni spaziali mirano a studiare questi corpi celesti, comprendere le loro traiettorie e, in alcuni casi, cercare di deviarli per proteggere il nostro pianeta.
Nonostante gli sforzi, il rischio di impatti non può essere del tutto escluso, motivo per cui missioni come quella dell’ESA sono cruciali per garantire la sicurezza della Terra contro queste minacce cosmiche.
Il maltempo minaccia il lancio della Missione HERA
Tutto è pronto in Florida per il lancio della sonda HERA, una missione spaziale europea che ha l’obiettivo di studiare come deviare asteroidi pericolosi per la Terra. Il lancio, previsto per le 16.52 ora italiana, deve affrontare un ostacolo imprevisto: le condizioni meteo avverse. Piogge intense stanno già creando difficoltà, ma la minaccia più grande è l’uragano Milton, che si avvicina rapidamente alla costa della Florida. Il responsabile della missione per l’ESA, Ian Carnelli, ha confermato che, a parte il maltempo, tutto è pronto: la sonda e il lanciatore Falcon 9 di SpaceX sono in perfette condizioni, e c’è la possibilità di rinviare fino al 27 ottobre in caso di necessità.
HERA rappresenta una missione cruciale per la protezione planetaria, poiché ha l’obiettivo di studiare Dimorphos, un asteroide già colpito dalla sonda DART della NASA due anni fa. L’impatto ha modificato l’orbita dell’asteroide, dimostrando che è possibile deviare una roccia spaziale potenzialmente pericolosa. Tuttavia, restano ancora molti dettagli da scoprire sull’esito dell’operazione, e HERA sarà in grado di fornire preziosi dati grazie ai suoi 11 strumenti avanzati e ai due piccoli cubesat che trasporterà a bordo.
La protezione planetaria e la collaborazione internazionale
Il successo della missione HERA aprirà la strada a una strategia globale di difesa planetaria. I dati raccolti permetteranno agli scienziati di sviluppare piani concreti per affrontare future minacce, come asteroidi diretti verso la Terra. Si tratta di una vera e propria “polizza assicurativa” per il futuro dell’umanità: nel caso in cui un asteroide rappresenti un pericolo imminente, una missione simile potrà essere allestita in tempi relativamente brevi, evitando alla Terra un destino simile a quello che portò all’estinzione dei dinosauri milioni di anni fa.
La missione HERA è il risultato di una vasta collaborazione internazionale che coinvolge 18 paesi e un investimento di 350 milioni di euro. L’Italia ha avuto un ruolo significativo sia dal punto di vista scientifico sia da quello industriale, fornendo un contributo fondamentale alla realizzazione della sonda. Questo progetto dimostra come la cooperazione globale e le risorse condivise possano essere decisive per affrontare sfide di portata cosmica, come la protezione del nostro pianeta da possibili impatti con asteroidi.