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Stonehenge è affare recente | Il primo osservatorio astronomico della storia ha più di 7000 anni e si trova qui: 3000 corpi celesti a notte

Deserto nubiano

Deserto nubiano (foto Pixabay) - www.aerospacecue.it

Nel deserto nubiano ci sono formazioni che sono ben più antiche di Stonehenge. Ecco a quando risalgono e cosa sono.

Gli esseri umani hanno sempre avuto una connessione profonda con il cielo. La meraviglia suscitata dagli astri, dalle costellazioni e dai cicli stagionali ha spinto molte culture antiche a sviluppare strumenti per osservare e comprendere il cosmo. Così, la necessità di leggere il tempo e prevedere fenomeni naturali si è trasformata in una delle prime forme di scienza: l’astronomia. Tra i molti siti sparsi per il mondo, alcuni di essi testimoniano questa antica ossessione per gli astri, essendo stati eretti con finalità astronomiche.

Le civiltà antiche non avevano a disposizione telescopi o strumenti tecnologici avanzati, ma sapevano sfruttare ciò che la natura offriva. Le formazioni rocciose, disposte secondo precisi allineamenti, erano tra i primi strumenti utilizzati per osservare il moto del sole e delle stelle. Questi siti, spesso circolari o ellittici, venivano progettati con una precisione sorprendente, tenendo conto delle posizioni degli astri in certi momenti dell’anno. Così, la costruzione di monumenti megalitici divenne una pratica comune per interpretare i segnali del cielo.

Alcuni di questi complessi erano costruiti non solo per scopi puramente pratici, ma anche per motivi rituali. Osservare i solstizi o gli equinozi, per esempio, permetteva di organizzare le attività agricole e cerimoniali. Questo sapere celeste si è tramandato per millenni, e in alcuni casi si è evoluto in credenze religiose. Il cielo, dunque, non era solo una fonte di conoscenza pratica, ma anche il luogo dove risiedevano divinità e forze superiori.

Gli antichi osservatori astronomici si trovano in diverse parti del mondo, ma la loro funzione era quasi sempre la stessa: calcolare il passaggio del tempo e predire eventi ciclici come l’arrivo delle piogge o l’inizio dell’inverno. Anche se la nostra comprensione del cosmo è molto più avanzata oggi, questi siti continuano a esercitare un fascino particolare. Essi rappresentano un ponte tra il mondo naturale e l’intelletto umano, tra la terra e il cielo.

Un complesso preistorico nel deserto egiziano

Uno dei più antichi esempi di sito astronomico è il circolo del calendario di Nabta Playa, situato in una remota area desertica dell’Egitto, a circa 800 chilometri dal Cairo. Questo sito preistorico, risalente a circa 7.000 anni fa, è stato costruito da una comunità nomade con lo scopo di celebrare il solstizio d’estate e prevedere i cicli stagionali dei monsoni. Le pietre, disposte in un preciso allineamento, segnavano il movimento del sole durante l’anno.

Sebbene Stonehenge sia più conosciuto, Nabta Playa è ancora più antico. Le sue pietre sono state posizionate prima del celebre sito inglese e di altri complessi simili, anticipando di circa 2.000 anni molte altre strutture megalitiche. Questo sito non solo dimostra le avanzate capacità di osservazione degli antichi abitanti del deserto, ma è anche una delle prime testimonianze della profonda relazione tra l’uomo e il cielo.

Deserto nubiano
Deserto nubiano (foto Pixabay) – www.aerospacecue.it

Prima di Stonehenge

Il sito di Nabta Playa non è solo un osservatorio astronomico, ma rappresenta anche un importante esempio di come le prime civiltà riuscissero a dominare le forze della natura per sopravvivere. Situato in una zona arida del deserto egiziano, il complesso serviva a prevedere le stagioni delle piogge, un evento vitale per la sopravvivenza di queste popolazioni. L’arrivo dei monsoni segnava infatti un momento cruciale per la vita nomade e la possibilità di trovare risorse d’acqua nel deserto.

Nonostante la sua importanza, Nabta Playa è rimasto a lungo sconosciuto, nascosto sotto la sabbia fino alla sua riscoperta nel XX secolo. Oggi, questo sito affascina archeologi e astronomi, rappresentando un enigma sia per la sua sofisticatezza che per la sua antichità. È una testimonianza tangibile di come, già migliaia di anni fa, l’umanità fosse in grado di comprendere e utilizzare i cicli celesti per governare la propria esistenza.