Uragano Helene provoca 63 morti negli Stati Uniti. Il bilancio è in continuo aggiornamento e non accenna ad arrestarsi. La calamità naturale, scesa nelle scorse ore a tempesta di forza 4 ha scatenato la sua furia con venti fino a 225 chilometri orari. Non si escludono eventi di ritorno come frane e smottamenti, visto che si parla di una zona di montagna. Tra gli eventi conseguenti non mancano alluvioni. Le forti piogge hanno provocato la rottura degli argini dei fiumi, ma per la conta dei danni ci vorrà tempo. La Florida, le due Carolina, la Georgia, la Virginia e il Tennesse hanno già dichiarato lo stato di emergenza, con una stima di 3 milioni di abitanti senza corrente elettrica.
L’uragano Helene è il 14esimo evento tra i più disastrosi da quando partono le rilevazioni scientifiche in merito. Un isolotto è scomparso in Florida, dove l’inondazione non ha lasciato scampo a Cedar Key. La Carolina del Nord è in gran parte isolata e questo rallenta anche i soccorsi. Le autorità locali avevano informato la popolazione per le manovre di evacuazione, ma a molti di loro ora non è rimasto più nulla. Stando alle fonti NASA, l’evento tocca terra alle ore 23 ET del 26 settembre – come da previsioni – portando con sé anche delle mareggiate intense. La calamità naturale parte come tempesta tropicale lo scorso 24 settembre, lungo il Golfo del Messico. Le previsioni della NASA davano la tempesta innalzata a uragano di forza 3 una volta toccata terra, fatto poi effettivamente verificatosi. La tempesta si sposta poi verso il nord degli Stati Uniti, con una riduzione graduale dell’intensità. Qual è il ruolo della NASA in questo contesto fuori dallo Spazio?
La NASA non si occupa solo di missioni nello Spazio e di esplorazioni. Ha anche un importante ruolo di monitoraggio. In previsione di calamità naturali come l’uragano Helene, la NASA attiva il Disasters Response Coordination System (DRCS) il Centro per la Coordinazione di Risposta ai Disastri. Il compito di questo ente è di coordinare i soccorsi basandosi sulle immagini da satellite. Il Centro ha un contatto diretto con i servizi di soccorso sul posto. In più, l’ente crea protocolli di sicurezza e mappe dettagliate per offrire tutto il supporto necessario. Quando l’evento termina e si torna alla normalità, l’attività prosegue prendendo spunto dai dati inseriti in favore della ricerca. Così la previsione di ulteriori fenomeni e la possibilità di trovare soluzioni innovative per salvare le vite migliora.
I sistemi di monitoraggio permettono di capire subito dove ci saranno potenziali interruzioni della corrente elettrica, dove il suolo sarà più umido – quindi soggetto a ulteriori criticità – e dove ci possono essere frane. Il confronto delle immagini satellitari prima e dopo l’uragano riesca a dare una fotografia completa di quanto avviene in tempo reale. Le immagini in blu NASA Black Marble Nighttime Lights Blue/Yellow Composite indicano i punti dove manca la corrente, così i soccoritori possono predisporre batterie e strumenti per le emergenze di conseguenza. Queste foto realizzate per esigenze pratiche offrono uno spettacolo affascinante e terribile.