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I buchi neri uccidono le Galassie | Questa sembra essere in evoluzione ed invece è morta: le ha tagliato i viveri – FOTO

Illustrazione di un buco nero (Pixabay)

Illustrazione di un buco nero (Pixabay FOTO) - www.aerospacecue.it

La misteriosa connessione tra buchi neri supermassicci e la morte galattica rivela come queste enigmatiche entità possano interrompere la formazione stellare e influenzare l’evoluzione dell’universo.

I buchi neri sono regioni dello spazio con un campo gravitazionale così intenso che nulla, nemmeno la luce, può sfuggire alla loro attrazione. Si formano principalmente dalla morte di stelle massive, che collassano sotto la loro stessa gravità dopo aver esaurito il combustibile nucleare.

I buchi neri possono rappresentare vari pericoli per gli oggetti circostanti, inclusi pianeti e stelle. La loro gravità estrema può attirare materia, causando fenomeni come l’accrescimento, in cui il materiale si riscalda e emette radiazioni energetiche prima di essere inghiottito. Questo processo può generare raggi X intensi, che possono danneggiare eventuali atmosfere planetarie e compromettere la vita.

Un altro pericolo è rappresentato dai buchi neri supermassicci, situati al centro delle galassie, che possono influenzare l’evoluzione galattica. 

Se un sistema stellare si avvicina troppo a un buco nero, la forza di marea può provocare una distruzione catastrofica. Le differenze di gravità tra il lato vicino e quello lontano possono strappare un corpo celeste, causando esplosioni e la creazione di un disco di accrescimento.

L’osservazione di una galassia primordiale

Recenti osservazioni condotte con il telescopio spaziale James Webb hanno rivelato importanti dettagli su una galassia dell’universo primordiale, che ha una massa circa 200 miliardi di volte quella del Sole. Questa galassia, nota anche come Galassia di Pablo, si trova in uno stato di “quenching”, ovvero ha praticamente smesso di formare nuove stelle. Gli astronomi, tra cui Francesco D’Eugenio del Kavli Institute for Cosmology, hanno confermato che il buco nero supermassiccio al centro di questa galassia gioca un ruolo cruciale nella sua inattività, privandola del combustibile necessario per la formazione stellare.

L’interesse per questa galassia è accentuato dal fatto che, nel periodo in cui è stata osservata, la maggior parte delle galassie stava ancora creando nuove stelle. Roberto Maiolino, sempre del Kavli Institute, ha sottolineato come una galassia di tali dimensioni non dovrebbe trovarsi in uno stato di quenching, suggerendo che i meccanismi che hanno interrotto la formazione stellare siano avvenuti in tempi relativamente brevi.

La Galassia di Pablo (Francesco D’Eugenio)
La Galassia di Pablo (Francesco D’Eugenio FOTO) – www.aerospacecue.it

Il ruolo del buco nero supermassiccio

Utilizzando il James Webb, i ricercatori hanno anche rilevato che la Galassia di Pablo sta espellendo enormi quantità di gas a velocità elevate, sufficienti a sfuggire all’attrazione gravitazionale della galassia stessa. Questo fenomeno è attribuito all’azione del buco nero centrale, il quale sembra essere responsabile dell’interruzione della formazione stellare, “uccidendo” metaforicamente la galassia di fame. D’Eugenio ha dichiarato di aver trovato il “colpevole”: il buco nero supermassiccio è responsabile del deflusso di gas, impedendo così alla galassia di continuare a generare nuove stelle.

Le osservazioni future, utilizzando strumenti come l’Atacama Large Millimeter-Submillimeter Array (Alma), mireranno a identificare eventuali riserve di carburante per la formazione stellare e a comprendere meglio l’impatto del buco nero sull’intera galassia. Questo studio offre nuove prove dirette del feedback dei buchi neri supermassicci, contribuendo a chiarire il complesso meccanismo attraverso il quale questi oggetti influenzano l’evoluzione delle galassie che li ospitano.