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Una missione per trovare i sosia della Terra: ecco Plato dell’ESA con un forte contributo italiano

Inaugurazione della struttura per la missione PLATO: verso nuove frontiere dell’astronomia alla ricerca del sosia della Terra.

Lo scorso 26 settembre, presso la sede della OHB System AG di Oberpfaffenhofen, in Germania, si è tenuta l’inaugurazione di una struttura dedicata alla missione spaziale europea PLATO, acronimo di PLAnetary Transits and Oscillation of stars. Questo evento segna un passo cruciale nella preparazione del satellite, con l’inizio della fase di integrazione delle 26 telecamere sul banco ottico, un’operazione fondamentale per il successo della missione.

PLATO: una missione ambiziosa

PLATO è la terza missione di classe Media del programma Cosmic Vision 2015-2025 dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il satellite sarà lanciato alla fine del 2026 da un razzo Ariane 6 dallo spazioporto di Kourou, e raggiungerà il punto Lagrangiano L2, a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. Selezionata nel 2014 e approvata definitivamente nel 2017, PLATO ha superato la fase critica della missione e del payload nel 2021, segnando così l’inizio dell’implementazione della missione.

Obiettivi scientifici e tecnologici

La missione ha come obiettivo principale la rilevazione e la caratterizzazione di mondi rocciosi che orbitano nella zona di abitabilità di stelle di tipo solare. Attraverso misurazioni estremamente accurate dei transiti e delle oscillazioni stellari, PLATO sarà in grado di fornire informazioni dettagliate sulle dimensioni dei pianeti e, attraverso le oscillazioni, sulla massa e l’età delle stelle. Queste misurazioni sono essenziali per comprendere la storia evolutiva dei pianeti che potrebbero ospitare forme di vita.

L’efficacia della missione è garantita dalle 26 telecamere dotate di un ampio campo visivo, progettate per monitorare simultaneamente un gran numero di stelle. Isabella Pagano, co-PI della missione, sottolinea l’importanza del progetto ottico dei telescopi di PLATO, sviluppato in Italia. “Abbiamo collaborato con ingegneri di Leonardo e Thales Alenia Space, insieme a piccole e medie imprese italiane, per realizzare questa innovativa configurazione di telescopi,” afferma Pagano.

Una missione per trovare i sosia della Terra: ecco Plato dell’ESA con un forte contributo italiano (Pixabay) www.aerospacecue.it

Innovazioni tecnologiche

PLATO rappresenta una novità nel panorama delle missioni spaziali poiché utilizza una batteria di telescopi anziché un singolo telescopio. Ogni telescopio è un rifrattore composto da sei lenti di dimensioni comprese tra 12 e 18 cm, realizzate con diversi tipi di vetri per garantire prestazioni ottiche ottimali e resistenza alle condizioni spaziali. Questo design permette di ottenere osservazioni altamente precise su periodi prolungati, da mesi a anni. Una singola telecamera di PLATO osserva un’area equivalente a circa 5.200 volte quella della Luna piena, un risultato reso possibile da un progetto ottico all’avanguardia.

Processi di produzione e collaborazioni internazionali

La produzione e il testing delle telecamere sono coordinati dall’ESA, dall’INAF e dall’ASI, in collaborazione con vari istituti di ricerca e aziende in diversi Paesi, tra cui Germania, Francia, Portogallo, Spagna, Svizzera e Regno Unito. Dal 2022, questi partner hanno iniziato a consegnare i modelli di volo dei sottosistemi delle telecamere, che vengono assemblati in Belgio e testati in diverse strutture in Europa.

Attualmente, dieci dei 26 modelli di volo delle telecamere sono stati consegnati e testati, con una significativa progressione verso l’integrazione finale sul satellite. Le telecamere “veloci” sono progettate per monitorare stelle molto luminose e servire anche per la guida del satellite, mentre le altre 24 telecamere normali osservano a una cadenza di 25 secondi.

Entro la fine del 2024, tutti i modelli di volo delle telecamere saranno pronti per l’integrazione finale. Con il nome di ciascuna telecamera che omaggia scienziati pionieri nel campo dell’astronomia, la missione PLATO non è solo un passo avanti nella ricerca astronomica, ma anche un tributo alla scienza e alla sua evoluzione.