Il caos cosmico messo in ordine | Nel 1630 i Pianeti furono tutti ordinati e messi in riga: Keplero ruppe gli schemi e morì povero
Il grande disordine cosmico trova finalmente ordine: nel 1630 Keplero riscrive le leggi dell’universo, mettendo in riga i pianeti e sconvolgendo le credenze millenarie, ma la sua rivoluzione lo condurrà alla solitudine e alla povertà.
Keplero nacque in un’epoca di grandi scoperte e cambiamenti, dove il cielo era ancora avvolto nel mistero. Gli astronomi e i filosofi del tempo si sforzavano di comprendere il cosmo, osservando il moto delle stelle e dei pianeti con strumenti limitati ma con una curiosità senza confini. Ogni nuova scoperta rappresentava un tassello che avrebbe aiutato a costruire una visione più chiara dell’universo e del nostro posto al suo interno.
L’osservazione del cielo, fin dai tempi antichi, era intrisa di fascino e misticismo. Gli antichi popoli cercavano spiegazioni per i fenomeni celesti, attribuendovi significati religiosi o astrologici. Con il Rinascimento, tuttavia, l’astronomia iniziò a separarsi dall’astrologia, grazie a menti come quelle di Copernico, Galileo e, ovviamente, Giovanni Keplero. Il loro lavoro segnò il passaggio da una visione del mondo basata su credenze a una fondata sulla matematica e sull’osservazione scientifica.
Nel corso della sua vita, Keplero sviluppò un forte interesse per la matematica, che considerava la chiave per decifrare i segreti del cosmo. Era convinto che l’universo funzionasse seguendo delle leggi precise, e credeva che il linguaggio della geometria fosse la via più diretta per scoprirle. A differenza dei suoi contemporanei, che spesso si limitavano ad osservare il cielo senza cercare di spiegarne il funzionamento, Keplero cercava di individuare delle regole che fossero valide ovunque nel cosmo.
I suoi studi furono influenzati anche dalla sua amicizia con Tycho Brahe, un altro grande astronomo dell’epoca, che contribuì in modo decisivo alla sua comprensione del moto dei pianeti. Keplero ereditò da Brahe un patrimonio inestimabile di dati astronomici, che avrebbe utilizzato per elaborare le sue celebri leggi sul moto planetario.
Le prime osservazioni di Keplero
Keplero fu un vero e proprio rivoluzionario nel campo dell’astronomia, dimostrando che le orbite dei pianeti non erano circolari, come si pensava fino ad allora, ma ellittiche. Questa scoperta, annunciata nel 1609, ribaltò la concezione tradizionale del cosmo, basata su un dogma millenario che vedeva le orbite celesti come perfettamente circolari.
Secondo la prima delle tre leggi di Keplero, i pianeti si muovono attorno al Sole seguendo delle ellissi, con la nostra stella posizionata in uno dei fuochi dell’ellisse. Questa teoria, per quanto audace, forniva una spiegazione più accurata e coerente del moto planetario rispetto alle ipotesi precedenti.
Il successo delle leggi di Keplero
La seconda legge, formulata poco dopo, spiegava come la velocità dei pianeti non fosse costante, ma variabile in base alla loro distanza dal Sole. I pianeti accelerano quando si avvicinano alla nostra stella e rallentano quando si allontanano, un concetto che trasformava la comprensione dei movimenti celesti.
Nel 1618 Keplero completò la sua rivoluzione con la terza legge, che stabilì una precisa relazione matematica tra il tempo orbitale di un pianeta e la sua distanza media dal Sole. Queste scoperte furono fondamentali per lo sviluppo della fisica moderna, aprendo la strada a nuove teorie e lasciando un’impronta indelebile nella storia dell’astronomia.