Home » NASA, inganno svelato | Quello che tutti hanno visto su Marte non era vero: lo hanno riprodotto in laboratorio

NASA, inganno svelato | Quello che tutti hanno visto su Marte non era vero: lo hanno riprodotto in laboratorio

Illustrazione della superficie di Marte (Pixabay)

Illustrazione della superficie di Marte

NASA, il mistero è risolto: quello che sembrava reale su Marte era solo un’illusione, è stato riprodotto con successo in laboratorio.

Gli inganni visivi sono un fenomeno che ci accompagna da secoli. Spesso, la nostra mente è in grado di riconoscere forme familiari in oggetti e paesaggi del tutto casuali. Si tratta di una capacità umana naturale, che prende il nome di pareidolia. Da volti nascosti tra le nuvole fino a forme di animali nelle rocce, il nostro cervello cerca di dare un senso a ciò che osserva, a volte vedendo quello che, in realtà, non esiste. Questa illusione può generare curiosità, fascino, ma anche inganno.

Anche nel campo dell’esplorazione spaziale, la pareidolia ha giocato spesso un ruolo chiave. Negli anni, numerose immagini inviate dalle sonde spaziali hanno suscitato interpretazioni suggestive: volti su Marte, piramidi lunari o perfino strutture apparentemente artificiali in luoghi remoti del nostro sistema solare. Tuttavia, a un’analisi più approfondita, molte di queste “scoperte” si sono rivelate illusioni ottiche, frutto di una lettura istintiva e incompleta dei dati visivi.

Le sonde della NASA e di altre agenzie spaziali hanno fornito immagini straordinarie, rivelando dettagli prima sconosciuti di pianeti, satelliti e asteroidi. Tuttavia, ciò che vediamo non sempre corrisponde alla realtà. Le ombre, le luci e la conformazione del terreno possono ingannare i nostri sensi, creando figure familiari dove non ci sono. Questo ha stimolato la NASA e i suoi scienziati a investigare con maggiore precisione alcune di queste illusioni, cercando di capire le dinamiche dietro a tali fenomeni.

Un esempio emblematico è quello dei misteriosi “ragni” fotografati su Marte. Queste strane conformazioni del terreno, osservate nelle immagini inviate dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter, hanno suscitato grande curiosità. All’apparenza simili a ragni giganti, queste strutture hanno stimolato l’immaginazione del pubblico e spinto gli scienziati a cercarne una spiegazione.

La riproduzione dei “ragni marziani” in laboratorio

Recentemente, gli scienziati della NASA sono riusciti a riprodurre in laboratorio le strane formazioni simili a ragni osservate su Marte. Utilizzando i dati forniti dal Mars Reconnaissance Orbiter, hanno ricreato le condizioni estreme del Pianeta Rosso, inclusi temperature bassissime e pressioni ridotte, per riprodurre in dettaglio ciò che si osserva vicino ai poli marziani. L’obiettivo era comprendere come queste figure si siano formate e quali processi geologici siano coinvolti.

Dopo numerosi esperimenti, è stato possibile replicare le strutture “a ragno” scoperte su Marte. Questo risultato ha permesso agli scienziati di studiare meglio il fenomeno e confermare che la loro origine è dovuta alla sublimazione del ghiaccio di anidride carbonica, un processo che crea spaccature nella superficie e provoca la fuoriuscita di gas e polveri che disegnano i tipici ragni marziani.

Ragni marziani fotografati attorno al Polo sud marziano
Ragni marziani (Nasa foto) – www.aerospacecue.it

L’origine dei “ragni” e il modello di Kieffer

Secondo il modello di Kieffer, il riscaldamento stagionale della superficie marziana, causato dai raggi solari durante la primavera, porta alla sublimazione del ghiaccio di anidride carbonica accumulato nel corso dell’inverno. Questo fenomeno provoca spaccature nel ghiaccio, attraverso le quali fuoriesce gas insieme a polveri e sabbia, che si depositano sulla superficie creando le caratteristiche figure simili a ragni.

Gli esperimenti condotti dalla NASA hanno confermato che questo processo è responsabile della formazione delle strutture osservate vicino ai poli di Marte. Le spaccature create dal gas sublimato ricreano fedelmente i “ragni” marziani, dimostrando che si tratta di un fenomeno stagionale, ancora attivo sul Pianeta Rosso.