‘L’ha divorata in un sol boccone’ | Tutti increduli per la scomparsa di questa Galassia in un buco nero: toccherà anche alla Terra
“Inghiottita in un istante”: tutti sconcertati per la fine di questa galassia sparita in un buco nero. La Terra sarà la prossima?
L’universo primordiale rappresenta una delle epoche più affascinanti per gli astronomi. Circa due miliardi di anni dopo il Big Bang , le galassie si trovavano in una fase estremamente attiva, producendo stelle a un ritmo vertiginoso. Questo periodo di intensa formazione stellare ha dato vita a strutture che osserviamo ancora oggi. Studiare queste antiche galassie permette di svelare i misteri legati all’evoluzione cosmica e alla nascita di nuovi corpi celesti.
Tra gli oggetti più enigmatici del cosmo ci sono i buchi neri supermassicci , giganti invisibili che si nascondono al centro di molte galassie. Questi mostri cosmici non solo influenzano la materia che li circonda, ma possono determinare il destino stesso delle galassie ospiti. La loro capacità di distorcere il tempo e lo spazio e di inghiottire gas, stelle e persino la luce li rende degli oggetti di studio privilegiati per capire l’evoluzione galattica.
La formazione e l’espansione delle galassie dipendono da una delicata interazione tra vari elementi: il gas presente nello spazio interstellare, le stelle che si formano al suo interno e l’influenza gravitazionale dei buchi neri. Quando il gas, il principale carburante per la formazione stellare, viene a mancare o viene espulso da questi colossi gravitazionali, le galassie rischiano di non produrre più nuove stelle, interrompendo così il loro ciclo di crescita.
Il telescopio spaziale James Webb (JWST) ha permesso di osservare il cosmo con una chiarezza senza precedenti. Grazie alla sua sensibilità nel rilevare le lunghezze delle onde infrarosse, Webb può penetrare attraverso dense nubi di gas e polvere, rivelando strutture e processi che in precedenza erano inaccessibili.
La galassia di Pablo e il suo buco nero
È lo strumento chiave per esplorare l’universo primordiale, aprendo nuove possibilità per comprendere fenomeni che si verificano a distanze cosmiche enormi. Infatti, il James Webb ha catturato le immagini di una galassia dell’universo primordiale, denominata Gs-10578 , ma ribattezzata “Galassia di Pablo” in onore del suo scopritore.
Questo antico oggetto cosmico, situato a circa 12 miliardi di anni luce dalla Terra, ha un buco nero supermassiccio al centro, che gioca un ruolo cruciale nella sua evoluzione. Le osservazioni hanno mostrato che questa galassia ha smesso di formare nuove stelle, un fenomeno che gli astronomi si collegano direttamente all’influenza del buco nero centrale.
Buchi neri che spengono le galassie
L’enorme buco nero di Gs-10578 sta espellendo gas a velocità incredibili, fino a 1.000 chilometri al secondo , privando la galassia del materiale necessario per la formazione stellare. Questo fenomeno ha portato alla “morte” della galassia, interrompendo la sua capacità di creare nuove stelle.
Lo studio condotto dagli astronomi dell’Università di Cambridge, basato sui dati del JWST , ha confermato per la prima volta in modo diretto l’impatto devastante dei buchi neri sulla formazione stellare. La galassia di Pablo offre un chiaro esempio di come i buchi neri supermassicci possano arrestare la nascita di nuove stelle, trasformando una galassia attiva in una “galassia morta”.