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La risposta alla domanda ‘Se esistono gli alieni, quanti sono?’ viene dalla matematica | Basta risolvere questa equazione

Alieni viola

Le tracce lasciata dagli alieni (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Tramite questa particolare equazione possiamo capire quanti alieni potrebbero effettivamente esistere nell’universo. 

L’idea che potremmo non essere soli nell’universo ha affascinato l’umanità per secoli. Da antiche leggende a teorie scientifiche, la questione di altre forme di vita intelligenti ha sempre sollevato curiosità e domande. Ma come possiamo quantificare la probabilità che tali civiltà esistano? Gli strumenti scientifici odierni, per quanto avanzati, non sono ancora in grado di fornire risposte definitive.

Tuttavia, per affrontare questo enigma in modo rigoroso, alcuni scienziati hanno cercato di mettere in relazione diversi fattori noti e ignoti. Uno degli sforzi più celebri in questa direzione è un’equazione creata negli anni ’60. Essa non è solo un esercizio matematico, ma un modo per dare una struttura scientifica a un dibattito che altrimenti resterebbe puramente speculativo.

Non si tratta di cercare una risposta immediata o definitiva, ma di stimolare riflessioni e discussioni su ciò che potrebbe essere possibile. La formula in questione permette di considerare ogni elemento necessario per l’esistenza di una civiltà tecnologicamente avanzata, prendendo in considerazione diversi fattori che vanno dalla nascita delle stelle alla capacità delle civiltà di comunicare.

Questa equazione, sviluppata da un giovane radioastronomo appassionato di esplorazione cosmica, è diventata uno strumento cruciale per affrontare uno dei più grandi misteri dell’universo. Nonostante i suoi limiti intrinseci, essa continua a essere utilizzata per esplorare il tema del contatto con civiltà aliene.

L’equazione di Drake e la stima delle civiltà

L’equazione in questione, formulata da Frank Drake, offre un approccio quantitativo alla stima delle civiltà intelligenti nella Via Lattea. Suddivisa in sette fattori, essa considera diversi parametri astronomici e biologici. Tra questi, troviamo il tasso di formazione di nuove stelle, la percentuale di stelle con pianeti, e il numero di pianeti abitabili. Ma non finisce qui. L’equazione include anche la probabilità che la vita si sviluppi su tali pianeti, che evolva in civiltà intelligenti, e che queste ultime siano capaci di comunicare.

Alcuni di questi fattori sono ben conosciuti dalla scienza, come il tasso di formazione stellare. Altri, invece, restano grandi incognite, rendendo difficile calcolare il risultato finale. Tuttavia, la vera importanza di questa formula non risiede tanto nelle stime, quanto nell’aprire un dialogo sulla probabilità che esistano altre forme di vita.

L'Universo in un punto
La vastità dell’universo (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

L’incertezza nei calcoli e l’importanza della formula

Uno dei grandi limiti dell’equazione di Drake sta nella difficoltà di stimare con precisione alcuni dei suoi fattori chiave, come la frazione di pianeti che sviluppano vita. Sebbene gli scienziati abbiano una certa comprensione dei processi fisici e chimici coinvolti nella formazione delle stelle e dei pianeti, è molto più complesso valutare la probabilità che la vita si evolva fino a diventare intelligente.

Nonostante ciò, l’equazione rappresenta un quadro concettuale che continua a stimolare il dibattito su una delle questioni più affascinanti della scienza: siamo davvero soli nell’universo? Al momento tramite i suoi calcoli possiamo stimare numeri che vanno da valori molto piccoli a valori decisamente grandi, come decine di milioni.