Gli Alieni hanno comunicato con noi | Dopo un duro lavoro di quasi un secolo ecco il loro primo messaggio
Un segnale arrivato da lontano potrebbe essere una qualche forma di comunicazione. Cosa sappimao per ora.
Da decenni, la ricerca di segnali extraterrestri ha affascinato scienziati e appassionati. In questo contesto, il progetto SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) si è imposto come una delle più grandi iniziative a livello globale. Il suo obiettivo è captare segnali radio che potrebbero provenire da forme di vita intelligenti oltre la Terra, sfruttando le tecnologie più avanzate per scandagliare lo spazio alla ricerca di indizi.
I segnali radio sono strumenti fondamentali per questo tipo di ricerca. Nell’universo, le onde radio sono onnipresenti e possono essere generate da vari fenomeni naturali, come le pulsar o altri oggetti cosmici. Tuttavia, ciò che SETI cerca non sono semplici segnali di origine naturale, ma tracce che potrebbero essere prodotte da tecnologie avanzate di civiltà extraterrestri. Le onde radio, infatti, sono uno dei mezzi più efficaci per trasmettere informazioni su lunghe distanze cosmiche.
Le difficoltà maggiori risiedono nell’enorme quantità di interferenze. Le tecnologie terrestri, come il Wi-Fi, i ripetitori e i satelliti, generano segnali che possono facilmente confondersi con quelli provenienti dallo spazio. Il compito degli scienziati è dunque quello di filtrare accuratamente le onde ricevute, cercando di distinguere quelle di origine terrestre da quelle che potrebbero avere un’origine più misteriosa.
Negli ultimi anni, una nuova classe di segnali ha suscitato particolare interesse: i cosiddetti segnali radio veloci. Questi segnali sono brevi, intensi e di origine sconosciuta, e spesso si manifestano solo una volta. Sebbene la maggior parte degli impulsi radio rilevati siano stati spiegati con fenomeni naturali, alcuni rimangono un enigma. Questo ha alimentato speculazioni su una possibile origine extraterrestre, accendendo la curiosità e l’entusiasmo sia della comunità scientifica che del pubblico.
Le fasi della scoperta
Nel 2020, il progetto Breakthrough Listen, parte del programma SETI, ha captato un segnale intrigante proveniente dalla stella più vicina al nostro sistema solare, Proxima Centauri. Il segnale, denominato BLC-1, aveva tutte le caratteristiche di un’emissione radio che poteva far pensare a una tecnologia aliena. Questo è stato uno dei segnali più promettenti nella storia della ricerca SETI.
L’entusiasmo derivava anche dal fatto che attorno a Proxima Centauri orbitano almeno due pianeti, uno dei quali si trova nella cosiddetta zona abitabile, dove le condizioni potrebbero permettere l’esistenza di acqua liquida e, quindi, vita. Tuttavia, mentre gli scienziati analizzavano attentamente il segnale, emergevano dubbi sulla sua reale origine. Il team di Breakthrough Listen sapeva che molti segnali apparentemente straordinari si erano rivelati essere interferenze terrestri, e questo poteva essere un altro caso.
Analisi approfondita e risultati
Nel corso del 2021, sono stati condotti numerosi test per capire se BLC-1 fosse effettivamente un segnale extraterrestre. Gli scienziati hanno cercato di replicare il segnale, studiando ogni possibile causa. Alla fine, due articoli pubblicati su Nature Astronomy hanno concluso che il segnale era di origine terrestre.
La delusione per la provenienza terrestre del segnale non ha diminuito l’entusiasmo della comunità scientifica. Al contrario, ha messo in evidenza quanto sia importante continuare a cercare e sviluppare nuovi strumenti per separare le interferenze umane da potenziali segnali alieni.