La NASA ce lo ha tenuto nascosto per tanto tempo | Adesso è stata svelata tutta la verità: mai fidarsi di nessuno
Un nuovo studio svela una caratteristica della Terra a lungo teorizzata ma che finalmente ha trovato riscontro.
Il sistema solare è una complessa danza di corpi celesti, e la Terra condivide il suo spazio cosmico con alcuni vicini molto interessanti. Tra questi, i pianeti più vicini a noi sono Venere e Marte, due mondi che, per caratteristiche molto diverse, hanno sempre affascinato gli scienziati. Venere, spesso chiamato “gemello” della Terra per dimensioni e composizione, è in realtà un pianeta dall’atmosfera tossica e dalle temperature estremamente elevate.
Venere, il pianeta più vicino, si trova ad una distanza media di circa 41 milioni di chilometri dalla Terra. Nonostante la sua vicinanza, il suo ambiente infernale lo rende un luogo ostile alla vita, con temperature che superano i 460°C e una pressione atmosferica 92 volte superiore a quella terrestre.
Marte, invece, è il pianeta che forse più ha catturato l’attenzione della scienza e della cultura popolare. Distante circa 78 milioni di chilometri dalla Terra, questo mondo arido e polveroso è considerato il candidato principale per future esplorazioni umane. Le missioni robotiche della NASA, come Curiosity e Perseverance, hanno rivelato la presenza di antichi fiumi e laghi, suggerendo che in passato il pianeta rosso potrebbe aver ospitato condizioni favorevoli alla vita.
Oltre a Venere e Marte, c’è un altro pianeta che, seppur meno considerato, si avvicina periodicamente alla Terra: Mercurio. Questo piccolo mondo, distante in media circa 77 milioni di chilometri, è un pianeta roccioso con una superficie simile a quella lunare, costellata da crateri da impatto. Le sue estreme variazioni di temperatura, dovute alla sua vicinanza al Sole, lo rendono un pianeta affascinante ma inospitale.
Il campo elettrico terrestre appena scoperto
Un recente studio della NASA, pubblicato su Nature, ha rivelato un’ulteriore sorpresa riguardo al nostro pianeta: l’esistenza di un debole campo elettrico che circonda la Terra. Questo campo, chiamato “ambipolare”, si estende tra i 250 e 768 km sopra la superficie terrestre, e gioca un ruolo fondamentale nel comportamento delle particelle cariche nell’atmosfera.
La scoperta, effettuata grazie alla missione Endurance, ha confermato che questo campo elettrico ha una tensione di soli 0,5 Volt, ma è sufficiente per vincere la forza gravitazionale e contribuire alla fuoriuscita delle particelle cariche verso lo spazio.
Un passo avanti nella comprensione dell’atmosfera terrestre
Questo nuovo campo elettrico, a lungo teorizzato ma mai misurato direttamente fino ad ora, è cruciale per comprendere meglio i meccanismi che regolano la fuga delle particelle cariche dall’atmosfera terrestre. Il campo elettrico ambipolare, infatti, gioca un ruolo chiave nel bilanciare l’interazione tra le particelle cariche che provengono dallo spazio e la magnetosfera terrestre, proteggendo la superficie terrestre da un bombardamento costante di radiazioni cosmiche potenzialmente dannose.
Inoltre, la scoperta di questo campo elettrico aiuta a spiegare fenomeni come l’aumento dell’altezza di scala dell’atmosfera e la formazione delle aurore polari, che sono direttamente influenzate dall’interazione tra le particelle cariche e il campo magnetico terrestre.