Primo Piano

Scoperte delle strutture simili a crateri sotto la regolite lunare

Oltre 20 nuove strutture rivelate dai telescopi nei crateri della Luna.

La Luna è stata d’interesse per l’umanità sin dall’antichità: ha ispirato miti, leggende e osservazioni scientifiche. Il suo bagliore argenteo nel cielo notturno è stato spesso associato a divinità, misteri e influenze soprannaturali. Sin dai primi tempi, popoli di tutto il mondo hanno cercato di comprendere la sua natura, anche quando mancavano le tecnologie per esplorare lo spazio.

Questa vicinanza apparente ha sempre reso la Luna un simbolo tanto vicino quanto enigmatico. Oltre al suo ruolo nel folklore, la Luna è anche un oggetto di studio fondamentale per la scienza. Gli astronomi hanno cercato per secoli di svelarne i segreti, dalla sua formazione fino al suo effetto sulla Terra.

Le sue fasi, che influenzano visibilmente l’aspetto del nostro satellite, sono tra i fenomeni naturali più osservati. Tuttavia, per molto tempo è rimasta una mera “testimone silenziosa”, inaccessibile agli strumenti umani. Con l’avvento dell’era spaziale, l’uomo ha finalmente potuto raggiungere la Luna. Il 20 luglio 1969 è una data storica in cui l’umanità ha toccato il suolo lunare per la prima volta grazie alla missione Apollo 11.

La Luna, da corpo misterioso, ha iniziato a diventare un oggetto di ricerca più concreto. Nonostante le molte scoperte fatte fino a oggi, la Luna continua a rappresentare una sfida e un’opportunità per il futuro dell’esplorazione spaziale. Diversi programmi spaziali stanno considerando l’idea di basi permanenti sul suo suolo, al fine di facilitare missioni future verso Marte e oltre.

Nuove scoperte sulla Luna: strati geologici e strutture misteriose nel cratere Van Kármán

Sono state identificate oltre 20 nuove strutture lunari, collegate ai crateri e ora sepolte da strati inclinati di regolite, un insieme eterogeneo di sedimenti, polveri e detriti meteorici, risultato di processi erosivi e millenni di impatti meteorici. Lo studio è il frutto di una ricerca condotta dall’Università di Trieste, che ha collaborato con altre università internazionali, come l’Università di Zhejiang e l’Accademia Cinese delle Scienze.

Le strutture si trovano a una profondità di oltre 30 metri dalla superficie lunare e sono state individuate grazie all’analisi dei dati raccolti dalla missione cinese Chang’E-4 fino al 27 marzo 2023. Per l’interpretazione dei dati è stato utilizzato un algoritmo basato sul Deep Learning, insieme ad analisi di immagini orbitali.

La superficie lunare (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

Rivelazioni Lunari: Dati Cruciali per le Future Missioni e le Basi Lunari

Questo studio è particolarmente oggettivo, poiché ha permesso di registrare e analizzare strati geologici sia superficiali che profondi. Sono state rilevate 20 strutture poco profonde, sepolte dalla regolite, e 4 strutture più profonde che sembrano assomigliare a crateri. L’indagine ha riguardato una parte del cratere Van Kármán nel South Pole-Aitken Basin, caratterizzato da un diametro di oltre 180 km, una zona praticamente inesplorata del nostro satellite.

È stata osservata una complessità nella distribuzione degli strati di regolite, che non presentano uno spessore costante, variando dai 5 ai 15 metri, contrariamente a quanto ipotizzato precedentemente. Queste informazioni saranno fondamentali per pianificare future missioni sul nostro satellite.