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Stella Polare, i telescopi hanno parlato chiaro | Arrivati ad una conclusione spaventosa: quelle macchie sono un cattivo presagio – FOTO

Uno startrail con al centro la stella polare

Uno startrail con al centro la stella polare (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

La stella polare, conosciuta anche come Polaris, è uno degli astri più emblematici e riconoscibili del cielo notturno nell’emisfero boreale: ora bbaimo fatto una scoperta incredibile.

Da millenni, ha guidato marinai, esploratori e viaggiatori, indicando con precisione il nord grazie alla sua posizione quasi perfettamente allineata con l’asse di rotazione terrestre. Questo allineamento la rende un punto di riferimento stabile nel cielo, mentre tutte le altre stelle sembrano ruotare intorno ad essa.

Polaris non è solo una stella utile per l’orientamento, ma è anche di grande importanza per l’astronomia. Il suo vero nome, Alpha Ursae Minoris, riflette la sua posizione nella costellazione dell’Orsa Minore, ma è la sua funzione come “candela standard” a renderla particolarmente significativa.

Le candele standard sono stelle la cui luminosità intrinseca è conosciuta, il che le rende strumenti preziosi per misurare le distanze cosmiche. Polaris, con la sua luminosità variabile, è uno degli esempi più usati per questi scopi, contribuendo alla comprensione delle dimensioni dell’universo.

Sebbene appaia come una singola stella brillante, Polaris è in realtà un sistema stellare triplo. La stella principale, quella che vediamo a occhio nudo, è accompagnata da altre due stelle che orbitano intorno a lei. Questo sistema complesso è difficile da discernere senza l’ausilio di potenti telescopi, ma è un perfetto esempio della complessità e della bellezza dell’universo.

La scoperta della superficie di Polaris

Nel corso dei secoli, Polaris ha mantenuto un fascino particolare non solo per il suo ruolo pratico, ma anche per la sua stabilità e luminosità, caratteristiche che l’hanno resa un simbolo di costanza nel cielo mutevole. La sua osservazione e studio hanno permesso agli astronomi di fare passi avanti significativi nella comprensione delle dinamiche stellari, e continua a essere un oggetto di interesse per la comunità scientifica.

Recentemente, una ricerca condotta dalla dottoressa Nancy Evans e dal team del Centro per l’Astrofisica di Harvard e dello Smithsonian ha rivelato dettagli sorprendenti sulla superficie di Polaris. Utilizzando i sei telescopi del monte Wilson, in California, è stato possibile mappare la superficie della stella per la prima volta, portando alla luce informazioni inedite.

Le macchie sulla stella polare
Le macchie sulla stella polare (CHARA Array foto) – www.aerospacecue.it

Macchie sulla superficie e nuove osservazioni

Le immagini ottenute grazie al CHARA Array hanno mostrato la presenza di macchie luminose e scure sulla superficie di Polaris, simili a quelle osservabili sul nostro Sole.

Queste macchie, che sembrano variare nel tempo, hanno aperto nuove prospettive per lo studio delle dinamiche interne della stella. Gli astronomi intendono continuare a monitorare Polaris per comprendere meglio questi fenomeni e confrontarli con quelli solari.