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‘C’é vita su Venere’ | La notizia bomba è stata appena lanciata: la scoperta di questa sostanza ha fatto gioire gli scienziati

Una rappresentazione del pianeta Venere realizzata con i dati forniti dalla NASA

Una rappresentazione del pianeta Venere realizzata con i dati forniti dalla NASA (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Gli scienziati, da sempre affascinati dalla possibilità di vita oltre la Terra, concentrano le loro ricerche su una serie di elementi e condizioni che potrebbero indicare l’esistenza di organismi extraterrestri.

Tra i fattori principali, cercano soprattutto la presenza di molecole organiche o di biofirme, ossia segnali chimici che potrebbero essere attribuiti a processi biologici. Ad esempio, l’acqua, che è essenziale per la vita come la conosciamo, è uno degli obiettivi più ricercati.

Ma oltre all’acqua, altre molecole, come il metano o l’ossigeno, possono rivelare attività biologica. Il contesto ambientale è un altro elemento fondamentale nelle ricerche. La temperatura, la pressione atmosferica e la presenza di elementi chimici cruciali vengono esaminati attentamente.

Ad esempio, la scoperta di un’atmosfera stabile e ricca di sostanze chimiche potrebbe indicare la possibilità di processi viventi, soprattutto se tali sostanze non potrebbero esistere a lungo senza essere continuamente rigenerate da una fonte, potenzialmente biologica. Gli studi si focalizzano anche sui cosiddetti “ambienti estremi” sulla Terra, per capire come la vita riesca a prosperare in condizioni ritenute ostili.

Queste ricerche aiutano a formulare ipotesi su come forme di vita extraterrestri possano adattarsi a contesti estremi, come quelli che si potrebbero trovare su Marte, nelle lune ghiacciate di Giove e Saturno, o persino su pianeti extrasolari. Inoltre, la composizione atmosferica di pianeti lontani viene analizzata per rilevare anomalie che potrebbero indicare la presenza di vita.

Il dibattito sulla fosfina nelle nubi di Venere

Al di là della chimica e dell’ambiente, un altro aspetto cruciale è la tecnologia. I telescopi avanzati e le sonde spaziali permettono di raccogliere dati sempre più dettagliati su pianeti lontani. Attraverso l’osservazione della luce che attraversa l’atmosfera di un pianeta, gli scienziati possono identificare la presenza di molecole specifiche.

Questo metodo, conosciuto come spettroscopia, è diventato uno strumento chiave nella ricerca di vita extraterrestre. Nel 2020, l’annuncio della possibile presenza di fosfina nelle nubi di Venere accese un acceso dibattito nella comunità scientifica. La fosfina, una molecola che sulla Terra è prodotta principalmente da processi biologici, fu rilevata a circa 55 chilometri di altitudine, dove le condizioni potrebbero teoricamente supportare forme di vita microbica.

Rappresentazione del pianeta Venere
Rappresentazione del pianeta Venere (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

Nuove prove a sostegno della scoperta

Tuttavia, il rilevamento fu subito messo in discussione da altri scienziati, che suggerirono che il segnale rilevato potesse essere il risultato di un errore o di un processo chimico non biologico. Di recente, i ricercatori che avevano avanzato per primi l’ipotesi della fosfina sono tornati con nuove prove.

Analizzando i dati del Pioneer Venus Multiprobe della NASA, hanno identificato ulteriori indizi che rafforzano l’idea della presenza di fosfina nell’atmosfera di Venere. Questi risultati, combinati con osservazioni dal James Clerk Maxwell Telescope, suggeriscono che l’ipotesi della fosfina come biofirma non può essere esclusa.