Gli extraterrestri sono simili agli uomini’ | Dagli esperti una notizia che lascia senza parole: spiattellati tutti i segreti
Quando pensiamo agli extraterrestri, l’immaginazione ci porta spesso verso creature dall’aspetto bizzarro e affascinante.
Le rappresentazioni degli alieni nell’arte e nella cultura popolare variano notevolmente: dalle forme umanoidi verdi e dalle teste enormi con occhi neri, alle creature con tentacoli e corpi gelatinousi. Nell’immaginario collettivo, gli alieni spesso rappresentano l’ignoto, il diverso, e questo li rende perfetti protagonisti per storie di fantascienza e film d’avventura.
Autori e registi hanno creato una vasta gamma di scenari, immaginando come potrebbero essere i mondi lontani e le forme di vita che li abitano. Da “E.T. l’extra-terrestre” di Steven Spielberg a “Alien” di Ridley Scott, ogni visione degli extraterrestri è influenzata dalla nostra comprensione scientifica e dalle nostre paure e speranze per il futuro.
La scienza ha da sempre giocato un ruolo fondamentale nel modellare il nostro concetto di vita aliena. L’idea che gli extraterrestri possano esistere è supportata dalla vastità dell’universo e dalla probabilità che condizioni simili a quelle della Terra possano esistere altrove.
Gli scienziati hanno cercato segnali di vita extraterrestre attraverso progetti come il SETI, che ascolta segnali radio dallo spazio, e missioni spaziali che esplorano pianeti e lune nel nostro sistema solare alla ricerca di segni di vita. L’evoluzione sulla Terra ci offre indizi importanti su come potrebbe svilupparsi la vita altrove.
I mattoncini fondamentali della vita
Gli studi recenti sugli aminoacidi, i “mattoncini” fondamentali delle proteine, suggeriscono che la selezione naturale ha favorito quelli più efficienti nel ripiegarsi e formare strutture funzionali. Questo processo ha avuto luogo ancor prima che la vita come la conosciamo emergesse sul nostro pianeta, indicando che meccanismi simili potrebbero essere all’opera su altri mondi.
La ricerca pubblicata sul Journal of the American Chemical Society ha ricostruito le condizioni presenti sulla Terra circa 4,6 miliardi di anni fa. Lo studio ha rivelato che gli aminoacidi selezionati per formare le prime proteine non erano i più abbondanti, ma quelli che potevano ripiegarsi in modo più efficiente, adattandosi a funzioni specifiche come la replicazione del DNA.
L’importanza degli aminoacidi
Questa scoperta suggerisce che forme di vita simili potrebbero emergere su altri pianeti con condizioni ambientali analoghe. Gli aminoacidi che hanno formato la vita sulla Terra sono stati trasportati dai meteoriti, e poiché questi composti organici sono comuni in tutto l’universo, è plausibile che la vita aliena possa condividere molte caratteristiche con quella terrestre.
Se miliardi di anni fa fossero stati selezionati aminoacidi diversi, le proteine non sarebbero state così efficienti nel costruire la vita. Questo processo di selezione naturale, iniziato ancor prima che la vita emergesse, dimostra che l’evoluzione non è un fenomeno esclusivo della Terra. L’efficienza nel ripiegamento degli aminoacidi e la formazione delle proteine indicano che la vita, se presente altrove, potrebbe seguire schemi simili.