Loch Ness, mostro degli abissi o creatura aliena? | Sfatati tutti i miti, leggenda finita: gli scienziati hanno spiegato di cosa si tratta
Gli scienziati continuano a fare ricerca per dare una risposta la mistero del mostro di Loch Ness. Forse ci sono finalmente riusciti.
La leggenda del mostro di Loch Ness è uno dei racconti più affascinanti e misteriosi della cultura scozzese. Sin dai tempi antichi, si narrano storie su una creatura enigmatica che abiterebbe le acque profonde del Loch Ness, un grande lago situato nelle Highlands scozzesi.
Nel corso degli anni, molte persone hanno cercato di avvistare e documentare il mostro di Loch Ness, affettuosamente chiamato “Nessie”. Una delle fotografie più celebri, conosciuta come la “fotografia del chirurgo”, fu scattata nel 1934 dal dottor Robert Kenneth Wilson. L’immagine mostrava quello che sembrava essere un lungo collo che emergeva dalle acque del lago. Tuttavia, decenni dopo, la fotografia fu smascherata come un elaborato falso.
Alcuni hanno ipotizzato che Nessie potesse essere un plesiosauro, un rettile marino preistorico sopravvissuto all’estinzione dei dinosauri. Altri credono che possa trattarsi di un grande storione o di un’altra specie di pesce di dimensioni eccezionali.
Nel tentativo di risolvere questo enigma secolare, numerosi studi scientifici sono stati condotti nel Loch Ness. Negli anni ’70, il Loch Ness Investigation Bureau effettuò una serie di ricerche con sonar, cercando di rilevare movimenti subacquei inconsueti. Più recentemente, nel 2018, un team di ricercatori ha analizzato il DNA delle acque del lago per identificare le specie viventi presenti.
Scoperte recenti sul mostro di Loch Ness
Tra le varie ipotesi che circondano la leggenda di Nessie, quella del “gigantesco anguilla” ha guadagnato popolarità negli ultimi anni. Tuttavia, uno studio recente della Folk Zoology Society ha messo in discussione questa ipotesi, dimostrando che è estremamente improbabile trovare un’anguilla che superi il metro di lunghezza.
Secondo la ricerca, la probabilità di incontrare un’anguilla di tali dimensioni è di una su 50.000, rendendo questa spiegazione poco plausibile. Il nuovo studio condotto dalla Folk Zoology Society ha analizzato dati raccolti da varie acque dolci in Europa, incluso il Loch Ness, dimostrando che la crescita delle anguille è fortemente limitata dall’ambiente e dalle risorse disponibili.
Le ipotesi alternative
L’autrice principale dello studio, Floe Foxon, ha sottolineato che, sebbene non sia impossibile per un’anguilla raggiungere un metro di lunghezza, le condizioni necessarie per tale crescita sono estremamente rare. Inoltre, ha evidenziato che le anguille non mostrano comportamenti di emersione dall’acqua che potrebbero essere confusi con avvistamenti del mostro.
In aggiunta all’anguilla, altre teorie suggeriscono che il mostro di Loch Ness potrebbe essere un fenomeno naturale, come onde anomale o riflessi di luce sull’acqua. Alcuni scienziati propongono che avvistamenti occasionali di mammiferi, come foche o altri animali acquatici, potrebbero spiegare le testimonianze. Nonostante le numerose ipotesi, il mistero del mostro di Loch Ness rimane irrisolto.