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Due astronauti sono davvero intrappolati sulla Stazione Spaziale Internazionale?

Due astronauti sono intrappolati sulla Stazione Spaziale Internazionale? Ecco cosa sta succedendo.

Lo spazio, con le sue infinite possibilità, rappresenta tanto una meraviglia quanto un rischio per chi vi si avventura. La Stazione Spaziale Internazionale (ISS), simbolo di cooperazione internazionale e avanzamento tecnologico, non è immune ai pericoli che comporta la vita fuori dal pianeta Terra. Gli astronauti, con il loro coraggio e determinazione, affrontano ogni giorno sfide che noi, da terra, possiamo solo immaginare.

A giugno, due astronauti della NASA, Butch Wilmore e Suni Williams, sono stati consegnati alla ISS a bordo della capsula Starliner della Boeing. Questa missione rappresentava un passo cruciale per la Boeing, che cercava di dimostrare la validità del suo veicolo spaziale dopo anni di sviluppo problematico. Tuttavia, la missione si è presto trasformata in una prova di resistenza e risolutezza.

Il programma prevedeva che la Starliner rimanesse attraccata alla ISS per circa otto giorni. Ma problemi al sistema di propulsione hanno prolungato questa permanenza. I guasti ai propulsori e le perdite di elio utilizzato per pressurizzare i propulsori hanno sollevato dubbi sulla capacità della navicella di riportare gli astronauti a casa in sicurezza. La Boeing, collaborando con la NASA, ha avviato una serie di test per identificare e risolvere questi problemi, ma i risultati hanno finora causato ulteriore preoccupazione.

L’agenzia spaziale statunitense, confrontandosi con SpaceX, ha esplorato piani alternativi. In particolare, è stato discusso il possibile utilizzo della Crew Dragon di SpaceX per riportare gli astronauti sulla Terra nel caso la Starliner non fosse ritenuta sicura. Questa soluzione rappresenterebbe una significativa battuta d’arresto per la Boeing, che lotta per affermarsi come concorrente di SpaceX nel trasporto spaziale.

Problemi tecnici e soluzioni proposte

Gli ultimi test hanno mostrato che il surriscaldamento dei propulsori della Starliner ha deformato le guarnizioni in teflon, ostacolando il flusso di propellente e riducendo l’efficacia dei propulsori stessi. Questi problemi, emersi durante i test condotti presso il White Sands Missile Range in New Mexico, hanno portato a disaccordi all’interno della NASA. Alcuni funzionari ritengono che accettare i dati dei test della Boeing e utilizzare la Starliner per il rientro degli astronauti sia troppo rischioso.

Il responsabile del Commercial Crew Program della NASA, Steve Stich, ha dichiarato che non c’è stato consenso sul da farsi, con molte persone preoccupate per la sicurezza della missione. In questa situazione di incertezza, la NASA ha concesso alla Boeing più tempo per effettuare ulteriori test e raccogliere più dati, sperando di costruire un caso solido per la fiducia nella Starliner.

Astronauta nello spazio (Depositphotos foto) – aerospacecue.it

Decisioni critiche e implicazioni future

Se la NASA decidesse di utilizzare la Crew Dragon per il rientro, la prossima missione della capsula SpaceX, chiamata Crew-9, potrebbe lasciare due posti vuoti per Wilmore e Williams. Questo comporterebbe un duro colpo per Boeing, che ha già investito 1,6 miliardi di dollari nello sviluppo dello Starliner dal 2016, inclusi 125 milioni di dollari solo per l’attuale missione di test.

La decisione finale dovrebbe arrivare la prossima settimana, con la NASA che valuterà attentamente tutte le opzioni. La situazione di Wilmore e Williams sulla ISS è diventata una priorità assoluta, con le autorità spaziali che lavorano senza sosta per garantire il loro ritorno in sicurezza. Mentre il mondo guarda con ansia, il destino degli astronauti è nelle mani di ingegneri e scienziati determinati a risolvere questa crisi spaziale.