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Spazio, scovato il pianeta con un occhio gigante | Scienziati sicuri: ‘Sarà la nostra prossima casa’

Rappresentazione di un esopianeta che sembra un bulbo oculare

Acovato il pianeta con un occhio gigante (Università di Montreal foto) - www.aerospacecue.it

L’esopianeta che sembra un bulbo oculare gigante potrebbe essere abitabile. i dettagli della scoperta.

La scoperta degli esopianeti ha rivoluzionato la nostra comprensione dell’universo. Questi corpi celesti, che orbitano attorno a stelle diverse dal nostro Sole, offrono uno sguardo affascinante su mondi lontani e potenzialmente simili alla Terra. Da quando il primo esopianeta è stato scoperto negli anni ’90, gli scienziati hanno individuato migliaia di questi pianeti, ciascuno con caratteristiche uniche e sorprendenti.

L’importanza degli esopianeti risiede non solo nella loro varietà, ma anche nella possibilità che alcuni di essi possano ospitare la vita. Studiare questi pianeti ci permette di approfondire la nostra comprensione delle condizioni necessarie per la vita e di esplorare la possibilità che non siamo soli nell’universo. Ogni nuova scoperta aggiunge un pezzo al puzzle cosmico, aiutandoci a capire meglio il nostro posto nell’universo.

I progressi tecnologici, come il James Webb Space Telescope (JWST), hanno ampliato le nostre capacità di osservazione, consentendoci di raccogliere dati più dettagliati su questi mondi lontani. Il JWST, con i suoi strumenti avanzati, ha permesso agli scienziati di analizzare le atmosfere degli esopianeti, rilevare la presenza di acqua e altre molecole vitali, e determinare le loro caratteristiche fisiche. Queste informazioni sono cruciali per valutare l’abitabilità di questi pianeti.

Tra le recenti scoperte più intriganti c’è quella di LHS 1140 b, un esopianeta che si trova a circa 48 anni luce dalla Terra. Questo pianeta, scoperto nel 2017, ha catturato l’attenzione degli astronomi per le sue potenziali condizioni abitabili. Secondo i dati raccolti dal James Webb Space Telescope a dicembre 2023 e analizzati da un gruppo di ricercatori della Université de Montréal, LHS 1140 b potrebbe essere ricoperto di ghiaccio o di acqua allo stato liquido e avere addirittura un’atmosfera simile a quella terrestre.

Un bulbo oculare gigante nello spazio

LHS 1140 b orbita attorno a una nana rossa, una stella circa cinque volte più piccola del nostro Sole. Questo lo colloca nella zona abitabile della sua stella, dove le temperature potrebbero consentire la presenza di acqua liquida, un ingrediente fondamentale per la vita come la conosciamo. Le dimensioni di LHS 1140 b sono circa 1,7 volte quelle della Terra, mentre la sua massa è 5,6 volte maggiore.

Inizialmente si pensava che LHS 1140 b fosse un pianeta gassoso simile a Nettuno, ma i dati del JWST hanno smentito questa ipotesi. Gli autori del recente studio suggeriscono invece che LHS 1140 b sia un pianeta roccioso con una densità inferiore a quella terrestre. Questo potrebbe indicare che una parte significativa della sua massa è costituita da acqua, portando gli scienziati a ipotizzare che possa essere simile a una palla di neve o a un mondo ghiacciato con un oceano liquido nascosto sotto la superficie.

Rappresentazione di un esopianeta
Un esopianeta con un occhio gigante (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

Potenziali segni di abitabilità

Uno degli aspetti più affascinanti di LHS 1140 b è la possibile presenza di un’atmosfera ricca di azoto, simile a quella terrestre. Se confermata, questa caratteristica potrebbe suggerire che il pianeta ospiti un vasto oceano, con una temperatura superficiale al centro di circa 20 gradi Celsius. Tuttavia, ulteriori osservazioni sono necessarie per confermare questa ipotesi. Gli scienziati stanno pianificando di utilizzare il JWST per raccogliere più dati e determinare con maggiore certezza la composizione atmosferica di LHS 1140 b. La scoperta di un pianeta con queste caratteristiche sarebbe una pietra miliare nella ricerca di mondi abitabili al di fuori del nostro Sistema Solare.

Charles Cadieux, studente di dottorato presso il Trottier Institute for Research on Exoplanets della Université de Montréal e primo autore dello studio, ha sottolineato l’importanza di questa scoperta, affermando che LHS 1140 b potrebbe rappresentare la nostra migliore opportunità di confermare l’esistenza di acqua liquida su un pianeta al di là del nostro Sistema Solare. René Doyon, secondo autore dello studio e ricercatore principale dello strumento Niriss a bordo del JWST, ha spiegato che rilevare un’atmosfera simile a quella terrestre su un pianeta temperato è una sfida significativa. Tuttavia, con il tempo e le risorse necessarie, potrebbe essere possibile confermare la presenza di un’atmosfera su LHS 1140 b. Questa scoperta potrebbe aprire nuove prospettive nella ricerca di esopianeti abitabili e avvicinarci sempre di più alla risposta alla domanda fondamentale: siamo soli nell’universo?