Dopo mesi di intense operazioni di risoluzione dei problemi, Voyager 1 ha ripreso con successo la trasmissione di dati scientifici da due dei suoi quattro strumenti principali. Questo sviluppo segna un significativo progresso nel ripristino delle capacità operative della sonda, interrotte da un problema al computer emerso nel novembre 2023. Attualmente, i team di missione stanno concentrando gli sforzi sulla ricalibrazione degli altri due strumenti, un processo che si prevede si svolgerà nelle prossime settimane.
Ad aprile, dopo cinque mesi di dedizione per diagnosticare e risolvere il problema, Voyager 1 ha iniziato a inviare dati ingegneristici, fornendo informazioni critiche sulla salute e lo stato dei suoi sistemi di bordo. Il 17 maggio, il team di missione ha inviato comandi alla sonda, permettendole di riprendere la trasmissione dei dati scientifici. Data la distanza – oltre 15 miliardi di miglia (24 miliardi di chilometri) dalla Terra – i segnali impiegano circa 45 ore per un viaggio di andata e ritorno, rendendo necessaria un’attesa di quasi due giorni per confermare il successo dei comandi.
Gli strumenti ora funzionanti e che trasmettono dati sono il sistema di onde al plasma e il magnetometro. Questi strumenti sono fondamentali per comprendere l’ambiente attraversato da Voyager 1 al di là dell’eliosfera. Nel frattempo, continuano gli sforzi per ripristinare il sottosistema dei raggi cosmici e lo strumento delle particelle cariche a bassa energia. Della suite di strumenti scientifici di Voyager 1, sei hanno cessato di funzionare o sono stati disattivati dopo il flyby di Saturno, sottolineando l’importanza di mantenere l’integrità operativa dei rimanenti.
Voyager 1, lanciata nel 1977 insieme alla sua gemella, Voyager 2, rappresenta la missione più longeva della NASA e l’unico oggetto artificiale a superare l’eliosfera. Questo confine, formato dai campi magnetici del Sole e dal vento solare, rappresenta il limite dell’influenza del nostro sistema solare, spingendosi contro il mezzo interstellare. Entrambe le sonde Voyager hanno fornito informazioni senza precedenti sui pianeti esterni, con Voyager 2 che ha inoltre esplorato Urano e Nettuno, ampliando la nostra comprensione delle regioni più remote del sistema solare.