C’è una tempesta solare “severa” in arrivo. Il Centro di Previsione del Tempo Spaziale (SWPC), sotto l’egida della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), ha elevato il livello di allerta per le tempeste geomagnetiche a G4, il secondo più alto nella scala di gravità. Questo livello di allerta preannuncia possibili disturbi significativi a causa di un’attività solare particolarmente intensa, incluse possibili interruzioni dei sistemi di navigazione satellitare e delle comunicazioni. L’osservazione delle aurore boreali, un fenomeno celestiale mozzafiato, potrebbe essere particolarmente spettacolare questo fine settimana a seguito di un’intensificazione dell’attività solare.
Le eiezioni di massa coronale (CME), potenti sbuffi di materiale solare espulsi dalla corona del sole, stanno viaggiando verso la Terra. La previsione indica che almeno quattro di questi eventi potrebbero colpire il nostro pianeta, causando tempeste geomagnetiche elevate. Tali tempeste sono in grado di influenzare non solo i sistemi satellitari e di navigazione, ma anche le reti elettriche, mettendo a rischio il controllo della tensione e potenzialmente causando blackout.
Questi recenti brillamenti solari, tra cui un notevole flare di classe X avvenuto ieri, hanno provocato significativi blackout radio a onde corte sul lato del nostro pianeta esposto al sole al momento delle eruzioni. Questi blackout hanno interessato vasti settori dell’Europa e dell’Africa, Italia inclusa, come mostrato chiaramente nella mappa evidenziata all’inizio dell’articolo.
I blackout radio sono il risultato diretto dell’intenso rilascio di raggi X e radiazioni ultraviolette estreme durante queste eruzioni solari. Queste radiazioni viaggiano verso la Terra alla velocità della luce e causano l’ionizzazione della stratosfera, ovvero il processo per cui la parte superiore dell’atmosfera acquisisce una carica elettrica. È importante non confondere questi fenomeni con le espulsioni di massa coronale, che implicano l’emissione di plasma e campi magnetici dal sole, viaggiando a velocità molto più lente e impiegando giorni per arrivare al nostro pianeta.
L’ionizzazione atmosferica crea condizioni di alta densità che possono influenzare negativamente i segnali radio a onde corte. Interagendo con gli elettroni negli strati ionizzati, le onde radio possono perdere energia a causa di collisioni frequenti, risultando in una degradazione significativa o addirittura nell’assorbimento completo dei segnali. Questo processo è monitorato e documentato dal Centro di Previsione del Tempo Spaziale della NOAA, che fornisce aggiornamenti continui sugli impatti di questi fenomeni.
Oltre agli impatti tecnologici, queste tempeste offrono un lato più affascinante e visibile: l’incremento delle aurore boreali. La SWPC prevede che le aurore possano essere visibili in zone ben più estese del solito, inclusi alcuni stati del nord degli USA come Montana, Minnesota, Wisconsin e Dakota del Nord. La visibilità di queste aurore, comunemente note come luci del nord, dipenderà tuttavia dalle condizioni meteorologiche locali e dalla distanza dalle luci cittadine, che possono diminuire la loro visibilità.
“Da diverse ore sulla superficie del nostro Sole si è sviluppata una regione di macchie solari davvero imponente, paragonabili a quelle verificatosi nel 1859 che ha dato origine alla grande tempesta geomagnetica di Carrington-Hodgson. A tal proposito Franco Fantasia del Gruppo Astrofili Palidoro ha immortalato l’enorme oggetto denominato AR3664 con telescopio Rifrattore da 8cm e 1200 di focale ben visibile e vistosa nell’immagine. E’ ben 16 volte la Terra. Il NOAA proprio in queste ore ha diramato un’allerta di tempesta geomagnetica che potrebbe interferire con i sistemi di comunicazione sia terrestri che satellitari e inoltre potrebbero essere visibili aurore dall’italia settentrionale. Queste però sono conseguenze imprevedibili e solo da ipotizzare.”