La Regia Aeronautica nella Campagna di Russia (1941-1943): un libro del Tenente Colonnello Paola Verde e del giornalista Vincenzo Grienti
Un anno dopo l’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale il 10 giugno 1940, gli uomini della Regia Aeronautica vennero chiamati a supporto del Corpo di Spedizione Italiano in Russia (CSIR). Dalla Romania decollarono non solo i caccia terrestri Macchi C.200, ma anche velivoli da trasporto e ricognizione. Dei piloti e degli specialisti, quasi 3mila in tutto, che diedero appoggio all’Armata Italiana in Russia (ARMIR) c’erano assi e future medaglie d’oro al valor militare come il generale Enrico Pezzi e il capitano Giorgio Iannicelli. Veri e propri eroi che sfidarono nemici, alleati e il freddo clima sovietico in un momento di difficoltà per il governo Mussolini che aveva voluto a tutti costi partecipare all’Operazione Barbarossa al fianco della Germania di Adolf Hitler.
“La Regia Aeronautica nella Campagna di Russia (1941-1943)”: un lavoro di ricerca eccezionale
Non fu una “campagna” facile e l’opinione pubblica italiana non può, ancora oggi, dimenticare la tragedia della ritirata di Russia. Libri, film, diari e testimonianze dei reduci dagli anni Cinquanta in poi hanno narrato quello che per molti è rimasto nella memoria collettiva come un dramma nella steppa. Tuttavia non fu solo una campagna terrestre: Paola Verde, tenente colonnello medico dell’Aeronautica Militare, e il giornalista Vincenzo Grienti mettono sotto la lente di ingrandimento l’impegno dei piloti e degli specialisti nel volume “La Regia Aeronautica nella Campagna di Russia” edito da Rivista Aeronautica. Una ricerca durata quasi quattro anni e selezionata per la pubblicazione tra le proposte editoriali presentate per la “Call for Papers” lanciata in occasione del centenario dell’Aeronautica Militare.
Lo studio tratteggia gli aspetti tecnico-operativi soffermandosi su alcuni episodi scelti per illustrare le difficoltà ambientali di un contesto geografico e climatico difficile narrando la genesi e l’attività operativa dell’Arma Azzurra, dei reparti, dei gruppi e delle squadriglie del Corpo Aereo Italiano sul Fronte Orientale (CAFO) chiamato a sfidarsi nei cieli con gli aerei sovietici.
Un lavoro minuzioso e di ricerca d’archivio avviato durante il periodo del Covid-19 innanzitutto presso l’Archivio dell’Ufficio Storico dell’Aeronautica Militare con i documenti di “Superaereo” e i diari storici, ma poi presso l’Archivio Centrale dello Stato e l’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito. Una storia che tappa dopo tappa narra la partecipazione italiana alla guerra sul fronte orientale partendo dalla costituzione del Comando Aviazione del CSIR (1941-1942) prima e del Comando Aeronautica Fronte Orientale CAFO (1942-1943) dopo.
Scorrendo i capitoli è possibile approfondire i Reparti della Regia Aeronautica sul fronte orientale, l’ambiente ostile ed infine trenta storie di piloti che combatterono in Russia gettando “il cuore oltre l’ostacolo” nel nobile compito di compiere il proprio dovere in nome ed al servizio dell’Italia. Ma c’è di più: i due autori hanno ricostruito le mappe, i luoghi, i campi volo e gli aeroporti dai quali operarono i velivoli italiani, oltre che la storia degli Stormi e i vari Reparti dell’Aeronautica Militare. Un volume che, come ha detto il generale ispettore capo Basilio Di Martino durante la prima presentazione a Palazzo Aeronautica a Roma, “colma un vuoto di fonti sull’argomento”.
Un volume che ha sicuramente un carattere storico-scientifico, ma anche storico- divulgativo, con le sue infografiche, le schede, le storie e le interviste come quella al generale Mario Arpino, già capo di stato maggiore della difesa, dove rivela la superiorità della Regia Aeronautica rispetto ai piloti sovietici, almeno nei primi mesi di conflitto, superiore in termini di addestramento dei piloti e di tipologia dei velivoli.
Un contesto geopolitico delicato anche per via dei diversi fronti aperti in cui era impegnata l’Italia, come del resto ha ricordato Marco Di Cocco, che ha moderato la presentazione al CNR. Nel corso della presentazione è stata ricordata la figura e la testimonianza del generale di brigata aerea Ugo Rampelli, arrivato in terra sovietica nel 1943 e ultimo comandante del CAFO, nominato dopo la scomparsa del generale di brigata aerea Enrico Pezzi, ma anche di quanti come il capitano Enrico Meille, il maggiore Carlo Maurizio Ruspoli, Ernesto Caprioglio, Alessandro Quercetti e tanti altri compirono atti di eroismo per senso del dovere e impegno al servizio della Regia Aeronautica.
Il volume affronta anche il tema dei caduti e dei dispersi sul fronte russo e, in particolare, di quel 29 dicembre 1942 quando l’S.81 “Pipistrello” del generale Enrico Pezzi non fece più ritorno dalla missione di soccorso ai feriti intrappolati nella sacca di Tschertkowo. Un uomo e un aviatore che i due autori hanno definito “angelo” perché rischiò la sua vita per gli altri, per portare gli aiuti necessari a malati e feriti nonostante la battaglia in corso, ma che fu un grande comandante fino alla fine volendo verificare in prima persona se gli S.81 fossero realmente in grado di atterrare e decollare da Tschertkowo.
A Cura della giornalista Valentina Busiello, si ringrazia l’Aeronautica Militare