Astronomia

Proxima Centauri b: cosa sappiamo realmente finora?

Da quando è stato scoperto nel 2016, Proxima Centauri b ha catturato l’attenzione degli studiosi e degli appassionati di astronomia: esso, infatti, non solo presenta caratteristiche che lo rendono molto simile alla Terra sotto diversi aspetti, ma è anche il pianeta extrasolare più vicino al nostro in assoluto. Questa combinazione unica di fattori lo rende indubbiamente uno dei corpi celesti più interessanti al di fuori del nostro sistema solare. Tuttavia, sono molte le cose che ancora non sappiamo su Proxima Centauri b: restano ancora aperte, infatti, diverse questioni riguardo la sua struttura e composizione, le quali si rivelerebbero cruciali per la ricerca di vita extraterrestre e la pianificazione di eventuali missioni interstellari in un futuro lontano.

Proxima Centauri b: il vicino dietro l’angolo

La Terra e Proxima Centauri b (rappresentazione artistica) a confronto. Credits: PHL @ UPR Arecibo, NASA EPIC Team.

Partiamo da ciò che sappiamo per certo: Proxima Centauri b orbita attorno alla stella Proxima Centauri, una nana rossa facente parte del sistema di Alfa Centauri, nella costellazione del Centauro, e situata a “soli” 4,23 anni luce dalla Terra, una distanza comunque molto contenuta se paragonata alle distanze interstellari all’interno della nostra galassia. Non è solo: nel suo sistema stellare è presente, infatti, anche un altro pianeta, mentre la presenza di un terzo corpo celeste è ancora da confermare.

Proxima Centauri è una stella decisamente più piccola del Sole (il suo raggio, infatti, è 0,141 volte quello della nostra stella), più fredda e molto meno luminosa. Si trova all’interno di un sistema stellare triplo: infatti, le due stelle principali, Alfa Centauri A e Alfa Centauri B (rispettivamente una nana gialla e una nana arancione), formano una coppia di stelle molto vicine fra loro e di luminosità simile, mentre Proxima Centauri compie un’orbita molto più ampia attorno a queste ultime. Le nane rosse sono fra le stelle più abbondanti della nostra galassia e molte di loro hanno pianeti che orbitano attorno ad esse.

Attualmente sappiamo che Proxima Centauri b ha un ESI (indice di similarità terrestre) pari a 0,87: questo vuol dire che, considerando 1 come il valore da associare alla Terra, si tratta di un pianeta fisicamente molto simile al nostro. Proxima Centauri b, infatti, è un pianeta probabilmente roccioso e ha una massa pari a 1,07 masse terrestri, mentre si stima che il suo raggio sia soltanto 1,03 volte quello del nostro pianeta. Inoltre, orbita attorno alla cosiddetta zona abitabile del suo sistema stellare, vale a dire quella regione in cui le temperature non sono né troppo calde né troppo fredde, permettendo quindi la possibile presenza di acqua liquida, elemento fondamentale per la vita come la conosciamo. Non è ancora del tutto chiara la temperatura media ma, data la vicinanza alla stella, dovrebbe essere simile a quella della Terra e potrebbe anche aumentare qualora si verificasse un effetto serra intenso all’interno di un’eventuale atmosfera.

L’orbita di Proxima Centauri b e quella di Mercurio a confronto. Credits: ESO/M. Kornmesser/G. Coleman

Proxima Centauri b è davvero il gemello della Terra?

Tuttavia, le similitudini con la Terra finiscono qui: Proxima Centauri b, infatti, orbita attorno alla propria stella a una distanza di circa 0,05 unità astronomiche: per intenderci, si tratta all’incirca del 5% della distanza che separa la Terra dal Sole. Tuttavia, poiché Proxima Centauri è molto più fredda e debole di quest’ultimo, la zona abitabile è molto più vicina rispetto alla nostra stella; dunque, il pianeta si trova nella posizione ideale per poter avere acqua liquida sulla sua superficie.

Data l’estrema vicinanza alla stella madre, impiega solamente 11,2 giorni per compiere un’orbita completa. Cosa comporta tutto questo? Solitamente i pianeti che si trovano a una distanza così ridotta sono in rotazione sincrona, ovvero rivolgono sempre la stessa faccia alla propria stella (esattamente come fa la Luna con la Terra): questo vuol dire che, nel caso di Proxima Centauri b, una metà del pianeta sarebbe costantemente illuminata, mentre invece l’altra rimarrebbe completamente nell’ombra.

Ma allora dove si può trovare la vita in un pianeta che presenta delle caratteristiche così estreme? La risposta va cercata nella cosiddetta zona crepuscolare, ovvero la regione intermedia tra queste due aree estreme: qui, dove il paesaggio presenta un tramonto perenne, le temperature potrebbero essere stabili, in modo da permettere la presenza di acqua liquida sulla superficie.

Tuttavia, vanno considerati anche altri aspetti cruciali: Proxima Centauri, come molte altre nane rosse, è una stella a brillamento: è soggetta, cioè, a improvvisi e violenti aumenti di luminosità piuttosto frequenti. Questi brillamenti sono in grado di spazzare via intere porzioni di atmosfera e, quindi, di sterilizzare completamente l’ambiente, compromettendo lo sviluppo di eventuali forme di vita. Inoltre, dato che Proxima Centauri b si trova molto vicino alla sua stella, è probabile che venga colpito frequentemente da queste radiazioni, le quali non si rivelerebbero fatali soltanto se il pianeta fosse protetto da un forte campo magnetico in grado di proteggere un’eventuale biosfera. In caso contrario, invece, l’acqua evaporerebbe per via dell’attività della stella e il pianeta presenterebbe un paesaggio desertico e quindi ostile per gli esseri umani.

Ma quindi che tipo di pianeta è Proxima Centauri b?

Rappresentazione artistica della superficie di Proxima Centauri b. Credits: ESO/M. Kornmesser

Sulla base dei dati che abbiamo a nostra disposizione, quindi, non è ancora chiara la reale natura del nostro vicino interstellare. Innanzitutto, sappiamo ancora poco sulla sua origine: il pianeta potrebbe essersi formato nella sua posizione attuale, oppure potrebbe essersi originato nella periferia del suo sistema stellare per poi “migrare” in una posizione più interna (fenomeno, questo, piuttosto comune nell’universo).

Questo aspetto riveste un’importanza fondamentale per quanto riguarda la ricerca di acqua liquida: se il pianeta si fosse formato lontano dalla stella, infatti, potrebbe essere stato “bombardato” da comete e corpi celesti minori ricchi di acqua, i quali solitamente si trovano nella zona esterna dei sistemi stellari. In quest’ultimo caso, quindi, Proxima Centauri b potrebbe avere una quantità d’acqua paragonabile a quella terrestre o, addirittura, essere un pianeta oceano (a patto però che abbia un campo magnetico e un’atmosfera adatti a mantenere queste condizioni).

In ogni caso, se il pianeta presenta acqua allo stato liquido, non sappiamo la quantità esatta di quest’ultima quando si è originata. Anche per quanto riguarda l’atmosfera rimangono molti dubbi: in caso di presenza di acqua e di un forte campo magnetico, potrebbe essere composta anche da ossigeno e anidride carbonica (anche questo dato però è da prendere con le pinze).

Altri studi recenti suggeriscono inoltre che Proxima Centauri b potrebbe essere molto simile a lune ghiacciate come Europa ed Encelado e presentare quindi un oceano al di sotto di un tenue strato di ghiaccio. Uno scenario suggestivo che non esclude la possibilità di cercare forme di vita, ma che anche in questo caso rende il pianeta decisamente diverso dal “gemello della Terra” che noi cerchiamo. Oppure ancora, la vita potrebbe svilupparsi nel sottosuolo della faccia del pianeta non illuminata, decisamente meno ostile rispetto a quella costantemente esposta alla luce della stella. Che si possa trattare di vita microbica o di organismi più complessi, questo sarà tutto da vedere.

Ma quindi com’è realmente Proxima Centauri b? Come abbiamo visto, non possiamo ancora dirlo con certezza. Nei prossimi anni, ulteriori studi cercheranno di scoprire nuove informazioni riguardo la temperatura e la composizione del pianeta, dando una risposta più precisa alle nostre domande. Non ci resta che aspettare (e indagare).

A cura di Michele Melillo