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Encelado: nuovi dati indicano che la luna di Saturno potrebbe ospitare la vita

La ricerca di vita al di fuori della Terra ha portato gli scienziati a scrutare in profondità i confini del nostro sistema solare, e ora, con una scoperta rivoluzionaria, gli occhi del mondo si rivolgono verso un piccolo satellite di Saturno: Encelado. Questo remoto corpo celeste, caratterizzato da un aspetto ghiacciato e misterioso, si è rivelato un candidato sorprendente nella ricerca di vita extraterrestre. La recente rianalisi dei dati della sonda Cassini, pubblicata su “Nature Astronomy”, ha infatti svelato una realtà chimica molto più ricca e complessa di quanto inizialmente immaginato, sollevando la possibilità che, in questo angolo remoto del nostro sistema solare, possano esistere le condizioni per la vita. Nel cuore delle plumi d’acqua di Encelado, gli scienziati hanno trovato indizi che suggeriscono una chimica potenzialmente vivificante, aprendo nuovi orizzonti nella nostra comprensione dell’universo e nella incessante ricerca di risposte alla domanda che da sempre affascina l’umanità: siamo soli nell’universo?

Encelado: un mondo ghiacciato

Encelado, una delle lune di Saturno, si rivela un mondo straordinariamente affascinante nel nostro sistema solare. Questo satellite ghiacciato, caratterizzato da un oceano sotterraneo, si distingue per la sua capacità di espellere acqua del proprio oceano nello spazio. Ciò permette alle sonde spaziali di raccogliere e analizzare campioni direttamente dallo spazio. Dalle analisi è emerso che Encelado possiede gran parte degli ingredienti chimici necessari per la vita, e si presume che sotto la sua superficie ci siano sorgenti idrotermali che rilasciano acqua calda e ricca di minerali nell’oceano sotterraneo.

Nel 2008, la sonda Cassini della NASA, dopo essersi avvicinata a soli 25 chilometri dalla superficie di Encelado, catturò un mozzafiato mosaico fotografico di questo satellite attivo geologicamente. Encelado, grande quanto l’Arizona, possiede la superficie più bianca e riflettente del sistema solare. Crea anche un anello proprio mentre orbita attorno a Saturno: la sua espulsione di particelle ghiacciate si diffonde nello spazio circostante, formando l’Anello E di Saturno. La superficie di Encelado è eccezionalmente liscia in alcune aree e completamente bianca, caratteristiche che la rendono l’oggetto più riflettente nel sistema solare. Tuttavia, questo non la rende un luogo freddo e inattivo: la temperatura superficiale è estremamente fredda, circa -330 gradi Fahrenheit (-201 gradi Celsius), ma il suo interno cela attività sorprendente.

Orbitando Saturno a 238.000 chilometri di distanza, Encelado è bloccato in una risonanza orbitale con altre lune, causando riscaldamento mareale al suo interno. Presenta crateri con diametri fino a 35 chilometri in alcune parti, mentre altre regioni sembrano essere state geologicamente rinnovate di recente. La regione polare meridionale, in particolare, è quasi priva di crateri da impatto e caratterizzata da blocchi di ghiaccio grandi come case e strutture tectoniche uniche. Nel 2005, la sonda Cassini scoprì che da Encelado fuoriuscivano particelle di acqua ghiacciata e gas a circa 400 metri al secondo. Queste eruzioni sembrano continue e generano un immenso alone di polvere di ghiaccio fine attorno a Encelado, che alimenta l’Anello E di Saturno. Studiando il materiale dell’Anello E, gli scienziati possono indirettamente esaminare l’oceano di Encelado, il quale si pensa sia alimentato da sorgenti idrotermali simili a quelle presenti nei fondali oceanici terrestri.

Con il suo oceano globale, la chimica unica e il calore interno, Encelado è diventato un importante indizio nella ricerca di mondi in cui potrebbe esistere la vita. Scoperta il 28 agosto 1789 dall’astronomo britannico William Herschel, Encelado prende il nome da un gigante della mitologia greca, proposto dal figlio di Herschel, John, nel 1847.

Un mosaico chimico in esplorazione

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La sonda Cassini della NASA ha catturato questa immagine di Encelado il 30 novembre 2010. L’ombra del corpo di Encelado sulle parti inferiori dei getti è chiaramente visibile. NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute.

La luna di Saturno, Encelado, avvolta dai suoi oceani, si rivela un’inesauribile fonte di sorprese. Come già accennato, questo piccolo satellite, caratterizzato da un’intensa attività geologica, proietta costantemente acqua nello spazio attraverso fratture nella sua crosta ghiacciata. I dati raccolti dalla sonda Cassini a metà degli anni 2000 hanno rivelato la presenza di molecole cruciali per la vita come il biossido di carbonio e l’ammoniaca. Tuttavia, la recente rianalisi di questi campioni ha aperto nuove frontiere nella ricerca di vita extraterrestre nel nostro sistema solare.

Jonah Peter, biofisico dell’Università di Harvard e autore principale dello studio, ha utilizzato tecniche di analisi statistica per reinterpretare i dati raccolti dalla Cassini. Questo approccio ha permesso di identificare composti più complessi e pesanti, come l’idrogeno cianuro e l’etano, nonché tracce di composti parzialmente ossidati come il metanolo. Michel Blanc, scienziato planetario presso l’Istituto di Ricerca in Astrofisica e Planetologia di Tolosa, sottolinea l’importanza di questi risultati, evidenziando come questi nuovi elementi potrebbero agire come mattoni e combustibile per microorganismi, suggerendo potenzialmente un’origine indipendente della vita.

La chimica dell’origine della vita

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L’identificazione dell’idrogeno cianuro è particolarmente significativa. Questa molecola, combinata con altre, può contribuire alla formazione di basi nucleiche e aminoacidi, precursori di biochimiche più complesse come proteine e RNA. Le simulazioni in laboratorio hanno dimostrato che tali trasformazioni sono possibili in ambienti simili al guscio di ghiaccio di Encelado. “Molte molecole importanti per l’origine della vita potrebbero essersi formate su Encelado e potrebbero ancora formarsi oggi”, afferma Peter.

Questa scoperta rafforza la necessità di missioni spaziali future per studiare Encelado più a fondo, utilizzando strumenti in grado di esaminare molecole più grandi e complesse. L’Europa Space Agency (ESA) con la sua missione Jupiter Icy Moons Explorer (Juice) sta già puntando in questa direzione, esplorando mondi oceanici simili a Encelado come la luna di Giove, Europa.

Mentre la scienza non ha ancora trovato prove dirette della vita su Encelado, le recenti scoperte ampliano in modo significativo la nostra comprensione della chimica complessa e delle potenziali condizioni abitabili di questa luna. L’analisi dettagliata dei campioni di Cassini offre una nuova prospettiva sulla ricerca della vita nell’universo, avvicinandoci sempre più alla risposta di una delle domande più affascinanti dell’umanità: siamo soli nell’universo?