Negli anni ’60, quando l’uomo mise piede sulla Luna, il cibo spaziale era limitato a lattine e buste sottovuoto. Ma con l’obiettivo di lunghi soggiorni sulla Luna o su Marte, c’è un urgente bisogno di un sistema alimentare sostenibile. La soluzione? Coltivare cibo in loco, in particolare carne.
Sì, hai letto bene: carne. Non solo piante, ma vera carne. La nostra comprensione attuale ci porta a credere che trasportare cibo dalla Terra alla Luna non sia sostenibile a lungo termine. Ecco perché sono stati condotti esperimenti per verificare la fattibilità della coltivazione di carne nello spazio.
Paolo Corradi, ingegnere presso l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), ha recentemente evidenziato le sfide e le innovative soluzioni relative all’allevamento e alla produzione alimentare nello spazio. Secondo Corradi, l’idea di allevare animali di grossa taglia in un ambiente spaziale per scopi alimentari è impraticabile a causa delle limitazioni intrinseche di questo ambiente. Tuttavia, egli propone un’alternativa rivoluzionaria: l’impiego dell’agricoltura cellulare.
Questa tecnologia, già sperimentata con successo sulla Terra per produrre carne, si basa sull’uso di colture cellulari. Ad esempio, un campione di muscolo bovino di appena 0,5 grammi può essere utilizzato per produrre fino a 80.000 hamburger, dimostrando il potenziale enorme di questa metodologia per la produzione di cibo sostenibile e scalabile nello spazio.
Due gruppi di ricerca, supportati dall’ESA e con il sostegno finanziario di enti dedicati, hanno esplorato questa possibilità. E le loro analisi sono promettenti: sì, sembra che si possa coltivare carne nello spazio. Tuttavia, permangono alcune incognite, come l’adattamento delle cellule a gravità alterata e radiazioni.
I due team di ricerca, uno composto dalla compagnia tedesca yuri e dall’Università di Reutlingen, e l’altro dalle compagnie britanniche Kayser Space, Cellular Agriculture e Campden BRI, hanno ricevuto finanziamenti dall’elemento Discovery delle Attività di Base dell’ESA per investigare la possibilità di coltivare carne nello spazio.
Nel campo della ricerca alimentare spaziale, i team britannico e tedesco hanno compiuto progressi significativi lavorando indipendentemente l’uno dall’altro. Hanno esaminato le alternative proteiche già esplorate nello spazio, come piante e alghe, confrontandole con la carne coltivata in termini di valore nutrizionale. Questi team hanno elaborato diversi metodi per la produzione di carne coltivata e sviluppato tecnologie per bioreattori, proponendo soluzioni innovative per l’alimentazione nello spazio.
I risultati emersi da queste ricerche sono stati estremamente promettenti. Paolo Corradi, sottolineando l’importanza di queste scoperte, ha evidenziato come entrambi i team siano giunti a conclusioni simili, suggerendo che la produzione di carne coltivata nello spazio è un obiettivo realizzabile che richiede ulteriori studi. Parallelamente, l’ESA sta sviluppando tecnologie avanzate per migliorare i bioprocessi e l’uso delle risorse metaboliche a bordo delle navicelle spaziali.
Christel Paille, ingegnere del supporto vitale dell’ESA, ha rivelato che l’agenzia sta lavorando su prototipi terrestri per studiare sistemi a ciclo chiuso che recuperano nutrienti e riciclano i rifiuti metabolici. Questi sviluppi potrebbero essere cruciali anche nella produzione di carne coltivata, permettendo il recupero del mezzo di coltura utilizzato per la crescita cellulare.
La carne coltivata è prodotta nutrendo cellule animali con sostanze nutritive. L’ideale sarebbe un sistema a ciclo chiuso, dove questi nutrienti vengono recuperati dai rifiuti metabolici e riutilizzati per coltivare altra carne. Questo renderebbe le missioni sulla Luna e su Marte più autosufficienti. L’idea centrale è quella di riciclare e rigenerare le risorse essenziali, in particolare il mezzo di coltura utilizzato per la crescita delle colture cellulari, riducendo così la dipendenza da rifornimenti terrestri.
Questo approccio non solo è cruciale per le missioni spaziali, ma presenta anche un potenziale rivoluzionario per la Terra. Gli avanzamenti tecnici necessari per ottimizzare la produzione di carne coltivata in laboratorio potrebbero avere un impatto significativo, offrendo soluzioni innovative per sfide globali urgenti come la sostenibilità ambientale e la sicurezza alimentare.
L’indagine dell’ESA sullo sviluppo della carne coltivata rappresenta un esempio emblematico di come le iniziative di ricerca spaziale possano estendersi oltre i confini del cosmo per affrontare problemi cruciali che interessano la Terra. Questo lavoro, che si inserisce nell’ambito degli sforzi dell’ESA per allinearsi agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, non solo promuove l’avanzamento scientifico, ma si prefigge anche di generare benefici tangibili per la società globale, dimostrando l’impatto e l’importanza delle ricerche condotte nello spazio.
I ricercatori sono attivamente al lavoro per rendere questo sogno una realtà. La visione? Un giorno, gli astronauti potrebbero godere di un boccone di carne coltivata sulla Luna, senza dipendere da rifornimenti dalla Terra. Un passo avanti verso la sostenibilità nello spazio profondo.
L’idea di coltivare carne sulla Luna potrebbe sembrare fantascienza, ma è più vicina alla realtà di quanto pensiamo. Con gli avanzamenti nelle biotecnologie e nella ricerca spaziale, stiamo aprendo un nuovo capitolo nell’era dell’esplorazione spaziale. Questo non solo risolverà il problema dell’alimentazione nello spazio, ma potrebbe anche fornire intuizioni vitali per la sostenibilità alimentare sulla Terra.