Un recente studio guidato dal team di COSMOS-Web ha rivelato una sorprendente scoperta astrale: la galassia AzTECC71. Questo enigmatico oggetto celeste, precedentemente percepito come una semplice macchia luminosa dai telescopi terrestri, era scomparso nelle immagini del Telescopio Spaziale Hubble. Ora, grazie al Telescopio Spaziale James Webb, è riapparso come una galassia distinta, sebbene debole. Descritta come una galassia formante stelle e avvolta in un velo di polvere, AzTECC71 rappresenta una tipologia un tempo ritenuta estremamente rara nell’universo primordiale.
Il progetto COSMOS-Web, una delle più grandi iniziative iniziali di ricerca con il JWST, mira a mappare fino a un milione di galassie in una porzione del cielo grande come tre lune piene. Questo sforzo colossale, co-diretto dalla professoressa associata Caitlin Casey dell’Università del Texas, si concentra sullo studio delle strutture più antiche dell’universo. Il team di oltre 50 ricercatori ha ricevuto 250 ore di tempo di osservazione durante il primo anno del Telescopio Spaziale James Webb, ricevendo un primo lotto di dati nel dicembre 2022, con ulteriori dati attesi fino al gennaio 2024.
Le galassie formanti stelle polverose come AzTECC71 sono difficili da osservare nella luce visibile. La maggior parte della luce delle loro stelle viene assorbita da un velo di polvere e poi riemessa a lunghezze d’onda più rosse.
Prima dell’arrivo del JWST, gli astronomi spesso si riferivano a queste galassie come “galassie oscure per Hubble”, a causa della loro invisibilità al precedente telescopio spaziale più sensibile. La galassia AzTECC71 è stata inizialmente rilevata come una macchia indistinta di emissione di polvere da un telescopio in Hawaii e successivamente individuata nei dati raccolti dal telescopio ALMA in Cile. Usando i dati infrarossi del JWST a una lunghezza d’onda di 4.44 micron, il team ha potuto individuare questa galassia fantasma.
Nelle ultime ore è stata diffusa un’immagine che ritrarrebbe la galassia in questionecome una figura spettrale con due occhi e una bocca grande aperta, quasi come se stesse emettendo un urlo nel vuoto cosmico. Si tratta ovviamente di una rappresentazione artistica che riprende la natura spettrale e fantasmagorica (come l’hanno definita all’Università del Texas) di AzTECC71.
Questa scoperta non solo mette in luce la natura elusiva di tali galassie, ma apre anche nuove prospettive sulla storia evolutiva dell’universo. La stima che la galassia AzTECC71 sia osservata a un redshift di circa 6, indica che stiamo osservando l’universo come era circa 900 milioni di anni dopo il Big Bang. Questo studio, condotto da un team di autori dell’Università del Texas tra cui Jed McKinney, Caitlin Casey, Olivia Cooper, Arianna Long, Hollis Akins e Maximilien Franco, apre nuove frontiere nella comprensione delle dinamiche galattiche e dell’evoluzione dell’universo.
La riscoperta di AzTECC71 attraverso il Telescopio Spaziale James Webb non solo celebra un trionfo tecnologico ma anche una svolta nella comprensione astronomica. Questa galassia polverosa e formante stelle, nascosta per anni alla vista degli astronomi, pone nuove domande sulla prevalenza e la natura delle galassie nell’universo primordiale, invitando a una riflessione più profonda sulla vastità e il mistero del cosmo.