Cos’è la Linea di Kármán, il confine tra aeronautica e astronautica?
Il concetto della Linea di Kármán, sebbene non visibile ad occhio nudo in quanto immaginaria, ha un significato cruciale nella definizione del confine tra la nostra atmosfera terrestre e lo spazio esterno. Questa linea immaginaria, posta a circa 100 chilometri (62 miglia) sopra il livello del mare, rappresenta non solo un confine fisico, ma anche una demarcazione simbolica tra due discipline: l’aeronautica, che studia il volo all’interno dell’atmosfera terrestre, e l’astronautica, che si occupa dei viaggi spaziali.
L’origine della Linea di Kármán: Theodore von Kármán
Theodore von Kármán, un ingegnere e fisico ungherese-americano, è stato la mente dietro questo importante concetto. Kármán ha studiato il comportamento delle atmosfere planetarie e le loro interazioni con i veicoli in volo. La sua ricerca ha portato alla conclusione che, a una certa altitudine, l’atmosfera diventa così rarefatta da non sostenere più il volo aerodinamico come comunemente lo conosciamo.
Il significato tecnico della Linea di Kármán e le evoluzioni
A livello tecnico, la Linea di Kármán è definita dalla Fédération Aéronautique Internationale (FAI), l’organizzazione internazionale che standardizza le regole dell’aeronautica e dell’astronautica. A quest’altitudine, l’aria è talmente rarefatta che un aereo dovrebbe viaggiare a una velocità superiore a quella orbitale per generare una portanza sufficiente a sostenersi. In altre parole, a questa altitudine, le leggi dell’aerodinamica lasciano il posto a quelle dell’astrodinamica.
Mentre molti esperti non concordano sull’esatta demarcazione tra l’atmosfera terrestre e lo spazio, la maggior parte delle agenzie regolatorie, comprese le Nazioni Unite, accetta o si avvicina alla definizione della linea di Kármán stabilita dalla FAI. Questa linea, definita dalla FAI negli anni ’60, è comunemente utilizzata come riferimento. Tuttavia, la delimitazione dello spazio varia a seconda delle diverse nazioni e entità, ognuna delle quali può adottare una propria definizione a seconda delle necessità e degli scopi specifici.
Una ricerca pubblicata su Science propone che la Linea di Kármán, il confine tra l’atmosfera terrestre e lo spazio esterno, si trovi 20 chilometri più vicino alla Terra rispetto a quanto precedentemente pensato, riducendo il limite a circa l’80% della distanza tradizionalmente accettata. Quindi molti sostengono che la distanza a cui si trova la Linea di Kármán sia di 80 km sopra il livello del mare.
Nell’ambito di questa ricerca, Jonathan McDowell, astrofisico presso il Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, ha sostenuto che la definizione tradizionale sia in contrasto con le evidenze. Attraverso l’analisi dei dati di telemetria satellitare di oltre 43.000 satelliti, ha notato che almeno 50 di questi operavano occasionalmente al di sotto dei 100 chilometri, suggerendo un limite inferiore intorno agli 85 chilometri, vicino al mesopausa, il punto più freddo dell’atmosfera terrestre.
Implicazioni pratiche e giuridiche della Linea di Kármán
La definizione della Linea di Kármán ha anche implicazioni legali e pratiche. Determina, ad esempio, l’assegnazione dei record di volo e i regolamenti relativi alla sovranità dello spazio aereo. In base al Trattato sullo Spazio Esterno del 1967, lo spazio oltre la Linea di Kármán non è soggetto alla sovranità nazionale, il che significa che nessun paese può rivendicare una porzione dello spazio come proprio territorio.
Ricerca e sviluppo futuro
La Linea di Kármán continua a giocare un ruolo cruciale nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie spaziali. Con l’avanzare dell’esplorazione spaziale e lo sviluppo di nuovi veicoli come i lanciatori riutilizzabili e le navicelle spaziali commerciali, la comprensione e il rispetto di questa linea diventano sempre più importanti.
La Linea di Kármán, quindi, non è solo un concetto astratto, ma una soglia reale che segna il passaggio dall’ambiente terrestre allo spazio esterno. Costituisce una pietra miliare fondamentale nella storia dell’esplorazione spaziale e rimane un punto di riferimento fondamentale per ingegneri, scienziati e legislatori. La sua esistenza ci ricorda quanto sia affascinante e complessa la frontiera tra la nostra casa planetaria e l’infinito universo.