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James Webb immortala NGC 346, una regione di formazione stellare tra le più grandi e luminose

Il cielo notturno è un tesoro ricco di meraviglie, e grazie al Telescopio Spaziale James Webb della NASA, ora possiamo vedere una delle sue gemme con una chiarezza senza precedenti. NGC 346, una regione di formazione stellare situata nella Nube Magellanica Minore (SMC), è stata recentemente catturata in una nuova immagine infrarossa che svela dettagli sorprendenti.

NGC 346: una culla di stelle nella Nube Magellanica Minore

NGC 346
Questa nuova immagine nell’infrarosso di NGC 346 dal Mid-Infrared Instrument (MIRI) del Telescopio Spaziale James Webb della NASA traccia l’emissione di gas e polvere freddi. In questa immagine, il blu rappresenta i silicati e le molecole chimiche fuligginose note come idrocarburi policiclici aromatici, o PAH. Un’emissione rossa più diffusa proviene dalla polvere calda, riscaldata dalle stelle più luminose e massicce al centro della regione. Chiazze luminose e filamenti segnano aree con un gran numero di protostelle. Questa immagine include luce a 7,7 micron mostrata in blu, 10 micron in ciano, 11,3 micron in verde, 15 micron in giallo e 21 micron in rosso (filtri rispettivamente 770W, 1000W, 1130W, 1500W e 2100W). Credits: NASA, ESA, CSA, STScI, Nolan Habel (NASA-JPL). Elaborazione dell’immagine: Patrick Kavanagh (Maynooth University).

Situata nella Nube Magellanica Minore, una galassia satellite della Via Lattea, NGC 346 è la regione di formazione stellare più grande e luminosa della SMC. Sebbene sia stata studiata in precedenza da vari telescopi, la recente immagine del Telescopio Spaziale James Webb ha offerto una vista in infrarosso che evidenzia sia la polvere fredda che quella calda, rivelando correnti di gas e polvere costellate di brillanti chiazze piene di giovani protostelle.

I segreti di NGC 346 svelati nell’infrarosso

L’immagine, catturata dal Mid-Infrared Instrument (MIRI) del Webb, mostra emissioni da gas e polvere freddi. In questa rappresentazione, il blu traccia l’emissione da materiali che includono silicati polverosi e molecole chimiche fuligginose note come idrocarburi policiclici aromatici (PAH). Un’emissione rossa più diffusa proviene dalla polvere calda, riscaldata dalle stelle più luminose e massicce al centro della regione. Le chiazze luminose e i filamenti segnano aree con un gran numero di protostelle.

Un’abbondanza di polvere cosmica

Contrariamente alle aspettative degli scienziati, che pensavano che la SMC, essendo più primitiva della Via Lattea e possedendo meno elementi pesanti, avrebbe avuto una quantità insignificante di polvere, le immagini MIRI mostrano abbondante polvere all’interno di questa regione. Questa scoperta ha implicazioni significative per la nostra comprensione delle galassie che esistevano miliardi di anni fa, durante un’era dell’universo conosciuta come “mezzogiorno cosmico”, quando la formazione stellare era al suo apice.

Un potente strumento per la scoperta

Il James Webb Space Telescope (JWST), successore dell’Hubble Space Telescope (HSP) e con il quale lavorerà nei primi annni, studierà gli esopianeti e gli oggetti della fascia di Kuiper. NGC 346
Rappresentazione artistica del telescopio spaziale James Webb. Crediti: Northrop Grumman

Una delle principali forze del Telescopio Spaziale James Webb è la sua capacità di offrire agli astronomi viste dettagliate delle aree in cui nascono nuove stelle. Combinando i dati del Webb sia nel vicino che nel medio infrarosso, gli astronomi possono avere una visione completa delle stelle e delle protostelle all’interno di questa dinamica regione.

Importanza della scoperta

La recente immagine di NGC 346 catturata dal Telescopio Spaziale James Webb della NASA non solo ci offre una vista spettacolare di una regione di formazione stellare, ma sottolinea anche l’importanza degli avanzamenti tecnologici nella nostra capacità di esplorare l’universo. Con ogni nuova scoperta, ci avviciniamo di più alla comprensione dei misteri del cosmo.