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Inquinamento luminoso minaccia il cielo notturno: cos’è la noctalgia

L’inquinamento luminoso prodotto dalle luci artificiali sta diventando una vera e propria minaccia per il cielo notturno e per tutti noi. L’umanità sta affrontando una crisi silenziosa ma significativa con la perdita progressiva della visione del cielo stellato. Gli astronomi hanno coniato un neologismo per descrivere la gravità di questa situazione. Si parla infatti di “noctalgia,” che significa letteralmente “dolore del cielo.” Ma perché l’inquinamento luminoso preoccupa così tanto? Quali saranno le conseguenze?

Il problema delle luci artificiali

Gran parte dell’inquinamento luminoso deriva dalle fonti terrestri, a causa dell’illuminazione elettrica che usiamo per illuminare i nostri edifici, le strade, i parcheggi e le case. Nonostante una parte di questa illuminazione sia necessaria per motivi di sicurezza, molto spesso viene sprecata. L’adozione su larga scala delle luci a LED, pur essendo più efficienti, ha complicato la situazione. Queste luci, economiche e durature, portano spesso all’erronea convinzione che possano rimanere accese per tutta la notte, senza considerare il costo energetico e la necessità di sostituzione. Oggi, solo nelle regioni più remote del pianeta, come deserti, aree selvagge e oceani, è possibile trovare un cielo notturno come lo conoscevano le generazioni precedenti.

Recentemente, la proliferazione di “costellazioni” di satelliti di comunicazione, come il sistema Starlink di SpaceX, ha introdotto un nuovo ostacolo. Questi satelliti, oltre a interferire con le osservazioni astronomiche, riflettono anche la luce solare dai loro pannelli solari. Questo contribuisce all’incremento della luminosità del cielo notturno. Alcuni studi stimano che i nostri cieli notturni più bui, situati in luoghi remoti, siano oggi il 10% più luminosi di cinquant’anni fa.

Cause e conseguenze dell’inquinamento luminoso

Le città moderne sono spesso caratterizzate da un eccesso di illuminazione, con lampioni stradali, insegne al neon e altre fonti luminose che emettono luce in modo incontrollato. Questo spreco di energia non solo comporta dei costi, ma contribuisce anche all’inquinamento luminoso. La luce emessa dalle città può diffondersi nell’atmosfera a causa di fenomeni atmosferici come l’umidità e della presenza di particolati, creando un effetto noto come “cielo notturno luminoso”. Questo fenomeno rende impossibile vedere le stelle nelle aree urbane. Un’altra causa dell’inquinamento luminoso è l’uso di apparecchi di illuminazione pubblica inadeguati, come lampade ad alta intensità che emettono luce in modo non diretto e inefficiente.

L’eccessiva esposizione alla luce artificiale durante la notte può disturbare il ritmo circadiano umano, causando problemi di sonno, disturbi ormonali e persino un aumento del rischio di malattie. L’inquinamento luminoso ha effetti devastanti sulla fauna notturna, interrompendo i cicli di vita di molte specie di animali. Molti uccelli migratori, ad esempio, sono disorientati dalla luce delle città, mettendo a rischio le loro migrazioni. Gli astronomi sono sempre più preoccupati per l’inquinamento luminoso, che rende difficile osservare le stelle e gli astri. Questo ha conseguenze sulla ricerca astronomica e quindi sulla diffusione della conoscenza scientifica. Spesso sottovalutato, l’inquinamento luminoso contribuisce anche alle emissioni di gas serra. La produzione e la distribuzione di elettricità per alimentare le luci in eccesso generano emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas serra. Riducendo l’inquinamento luminoso, è possibile limitare questo impatto ambientale e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico.

Inquinamento luminoso: perché si parla di “noctalgia”?

Si deve ad Aparna Venkatesan, docente presso l’Università di San Francisco, e John Barentine, consulente di Dark Sky Consulting, entrambi astronomi provenienti dagli Stati Uniti, la nascita del neologismo “noctalgia”. Questo termine vuole descrivere il senso di tristezza associato alla progressiva scomparsa dei cieli notturni stellati. Questa loro innovazione linguistica è stata presentata in un contributo speciale all’interno del volume 380 del 2023 di Science, dedicato all’argomento dell’inquinamento luminoso. La perdita del cielo notturno ha forti ripercussioni per l’umanità perché stiamo perdendo una ricca tradizione di conoscenza culturale. Le culture di tutto il mondo infatti hanno sempre usato il cielo come tela per dipingere eroi, mostri e miti nelle costellazioni. Oggi invece gli abitanti delle città non riescono neppure a vedere le stelle più luminose nel cielo.

L’inquinamento luminoso quindi non ha solo un impatto visivo, ma anche emotivo e culturale. La sensazione di perdere un contatto profondo con il cosmo è una forma di lutto per molti, e la noctalgia rappresenta questa nostalgia per il cielo stellato che una volta dominava le nostre notti. Non solo gli esseri umani soffrono a causa dell’inquinamento luminoso, ma anche le specie animali. I ricercatori hanno identificato diverse specie i cui ritmi circadiani sono alterati, rendendole vulnerabili alla predazione o compromettendo la loro capacità di localizzare le prede. L’inquinamento luminoso disturba gli ecosistemi notturni, alterando i comportamenti e gli equilibri naturali delle specie.

Come contrastare l’inquinamento luminoso

La “noctalgia” condivide un legame con altre sfide globali, ed è stata accostata a problemi come la pandemia di COVID-19 e la crisi climatica, mettendo in evidenza come alcune comunità siano più gravemente colpite di altre. Tuttavia, ci sono dei modi per intervenire e contrastare il problema dell’inquinamento luminoso. La riduzione dell’inquinamento luminoso è un obiettivo realizzabile e le soluzioni per affrontare soprattutto l’inquinamento terrestre sono già a nostra disposizione. Il ripristino del buio notturno non solo protegge l’ambiente, ma migliora anche la qualità della vita delle persone. Infatti, l’oscurità naturale durante la notte è importante per molti organismi, tra cui gli esseri umani ed è fondamentale per il riposo, la salute e il benessere. Affrontare l’inquinamento luminoso causato dai satelliti richiede una cooperazione internazionale e l’impegno delle aziende spaziali.

Nonostante le sfide, ridurre la noctalgia è possibile, e si spera che in futuro il cielo stellato possa tornare a brillare come una parte preziosa della nostra eredità culturale e naturale. Le soluzioni per affrontare l’inquinamento luminoso includono l’adozione di illuminazione a basso impatto ambientale e l’educazione pubblica sulla conservazione del cielo notturno. Inoltre, è importante implementare politiche e leggi per limitare l’uso eccessivo di luce artificiale nelle aree urbane. Le iniziative per creare riserve di cielo oscuro stanno nascendo in tutto il mondo, e le comunità si stanno impegnando a limitare ulteriori espansioni dell’inquinamento luminoso. Alcune comunità stanno istituendo parchi stellari, cioè aree designate con restrizioni sull’illuminazione e sul controllo dell’inquinamento luminoso, per proteggere il cielo notturno. Questi parchi offrono un ambiente ideale per l’osservazione delle stelle e possono attirare appassionati di astronomia da tutto il mondo.

Published by
Maria Chiara Cavuoto